Anna Safroncik nel film "Le Verità": «Oggi nessuno rischia»

Anna Safroncik nel film "Le Verità": «Oggi nessuno rischia»
di Francesca Cicatelli
Mercoledì 26 Aprile 2017, 19:01
3 Minuti di Lettura

Si dichiara innamorata di Napoli, la guarda ancora «come il primo giorno, con gli occhi dell'amore». Anna Safroncik, attrice libera e forte che accetta anche progetti rischiosi e iinnovativi, non segue mai «la razionalità», non fa «a meno delle emozioni» e va «avanti di cuore», pronta a sfoggiare i suoi tempi comici in una commedia (sogno che presto realizzerà). È in città per la presentazione del film «Le Verità» (in quasi 40 sale italiane da domani) opera prima di Giuseppe Alessio Nuzzo, di cui fa parte accanto a Francesco Montanari, Nicoletta Romanoff, Fabrizio Nevola, Maria Grazia Cucinotta (che ha viaggiato di notte dalla Cina per prendere parte al progetto), Lino Guanciale, Massimo Poggio, Sergio Solli, Salvatore Misticone, Luigi Diberti e Renato Scarpa.
 


L'attrice ucraina - che si racconta nella videointervista a Il Mattino - si prepara alla recitazione negli spazi accoglienti di una casa fatta su misura per lei, dinanzi la finiestra dove riesce «a sentire la luce». Il film prodotto da Pulcinella Film e dal Social World Film Festival, è un thriller psicologico, uno dei pochi italiani, una scommessa per il 28enne regista napoletano che va in controtendenza rispetto all'avanzare del genere comedy. 

Da qui anche l'omaggio a Marinetti, il regista del pluripremiato «Lo chiamavano Jeeg robot»: Nuzzo infatti ha chiamato il protagonista Gabriele Manetti. Un cast tutto under 35, quasi un inno alla speranza dei giovani, che ha girato per quattro settimane e mezzo tra Acerra e la Penisola Sorrentina con un budget di quasi 300 mila euro tra finanziamenti privati e della presidenza dei Ministri. 

Molti piani sequenza, scene psichedeliche, sguardi intimisti sul futuro, per un film che spetta al pubblico completare. Ognuno raggiunge la propria verità e il proprio finale. Nel film è forte il richiamo all'arte che Nuzzo ha respirato fin da bambino. Il padre non l'ha mai portato al cinema, un vero paradosso per un regista, ma sempre trascinato ai vernissage. Così in ogni sua opera troviamo un richiamo all'arte, fonte di ispirazione.
Come sono fonte di ispirazione e «non di imitazione» Sorrentino e Tornatore, due registi a cui guarda Nuzzo per la composizione dell'immagine e i piani narrativi.   

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