Terùn, l'orgoglio del Sud a Palo Alto: il ristorante preferito dei big della Silicon

Terùn, l'orgoglio del Sud a Palo Alto: il ristorante preferito dei big della Silicon
di Rossella Grasso
Domenica 14 Gennaio 2018, 12:34 - Ultimo agg. 19 Luglio, 17:32
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Nel cuore della Silicon Valley, a Palo Alto, c'è un luogo dove si respira l'orgoglio del Sud Italia. Si chiama Terùn ed è il ristorante italiano fondato da Maico e Franco Campilongo, originari di Scalea e Kristyan D'Angelo, il cuoco tarantino che li ha accompagnati in questa avventura. Steve Jobs diceva che è proprio a tavola che vengono le idee migliori e Terùn è diventato presto il ristorante preferito dai big della Silicon Valley. Con il ristorante mettono insieme tre passioni: la cucina, la terra d'origine e la bicicletta. Così il ristorante è diventato anche un polo per appassionati cicilisti e ogni anno i tre «terùn» organizzano una gara a Giugno che parte da Scalea e porta i concorrenti provenienti da ogni parte del mondo a conoscere il litorale tirreno.

La storia di Terùn inizia nel 2002 quando Franco a 24 anni, dopo la laurea in Economia e gestione dei Servizi Turistici, decide di trasferirsi in California per imparare bene l'inglese con l'idea di tornare in Italia dopo 3 mesi. Inizia lavando i piatti nel ristorante di un amico, poi diventa cameriere e infine manager di un ristorante. Nel 2012 i fratelli mettono insieme le idee e aprono Terùn. «Avevo un lavoro a tempo indeterminato - racconta Maico - facevo il consulente commerciale a Trento, ma nel 2005 ho deciso di cambiare vita e seguire mio fratello in California. Ero sinceramente preoccupato per la situazione politico economica nazionale e me ne sono andato». I tre si portano nel cuore il meridione d'Italia da cui provengono e hanno scelto di chiamare il loro ristorante in maniera ironica  Terùn: «In questo nome c'è tutto - spiega Maico - c'è la voglia di rileggere la storia dell'Unità d'Italia da un altro punto di vista e l'orgoglio di essere del Sud. Mi piace raccontare la storia del Mezzogiorno ai nostri clienti, da quando Garibaldi arrivò con i Piemontesi e di come poi andò a finire. Tutti si appassionano a questa storia e al controsenso che vede nel loro immaginario Napoli, come città 'brutta' e 'piena di camorra', però io gli spiego che la prima ferrovia è stata fatta qui». 

Terùn ha avuto un gran successo ed è sempre pieno. «Il nostro segreto? - dice Maico - il gioco di squadra e il fatto che intrecciamo rapporti umani con i nostri clienti. Mi piace stare in sala, choacchierare con le persone e perchè no, suonare, cantare e ballare, le canzoni della nostra tradizione». Ed è proprio quest'ultima che detta il menù: pizze tipiche, lasagne, parmigiane, polpette, scialatielli ai funghi porcini come vuole la tradizione silana, salsicce calabresi e altri piatti tipici sono serviti nel ristorante. Poi ci sono alcune sperimentazioni che hanno avuto successo come la pizza pera e gorgonzola. «Quando la porto a tavola racconto al cliente com'è nata questa accoppiata - scherza Maico - grazie al detto 'Al contadino non far sapere quanto è buono il formaggio con le pere'». Food Network America ha inserito Terùn tra le 7 pizzerie più autentiche degli Stati Uniti: nel locale infatti le pizze si fanno con il forno a legna Cirigliano che si sono fatti portare direttamente da Sala Consilina.
 
 

Tra i tavoli si vedono spesso Larry Page, fondatore di Google, Tim Cook, ad di Apple, Mark Zuckerberg, patron di Facebook e Jeff Bezos, presidente di Amazon. Nemmeno Oprah Winfrey riesce a resistere al piacere di mangiare da Terùn la vera pizza napoletana. Poi ci sono le menti brillanti italiane, emigrate in Silicon che hanno trovato lì un cantuccio di Italia: Federico Faggìn, vicentino, inventore del primo microprocessore al mondo, Pierluigi Zappacosta, padre della Logitech e non poteva mancare Adriano Farano, uno dei più affezionati, che da Cava De' Tirreni ha sfondato in Silicon Valley con la sua  Watchup. Oltre ai big, il ristorante è anche luogo di ritrovo per ciclisti con cui i Fratelli Campilongo e Kristyan condividono la passione per le due ruote.

Periodicamente il gruppo di meridionali prende parte e organizza gare ciclistiche negli States e da qualche tempo anche in Italia «Il 16 e 17 giugno abbiamo organizzato la Granfondo Terùn Scalea che parte dalla nostra città e si dilunga per 120 km. L'obiettivo è quello di far conoscere il nostro territorio oltreoceano e promuovere il turismo. L'idea ci è venuta parlando con i nostri clienti che quando vedono le foto della nostra costa spalancano gli occhi. Una sera Faggin mi ha detto una cosa: ' voglio restituire alla società quello che ho preso'. È stata la scintilla che mi ha fatto capire che anche noi vogliamo fare la stessa cosa: restituire alla nostra Scalea, dove siamo cresciuti e diventati quello che siamo, qualcosa che abbiamo preso. E perchè no, renderlo economicamente sostenibile. Ci stiamo investendo».
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