Marisa, la mamma più forte della burocrazia: «Mi sono trasformata in sedia per Gaia»

Marisa, la mamma più forte della burocrazia: «Mi sono trasformata in sedia per Gaia»
di Maria Pirro
Venerdì 18 Gennaio 2019, 07:00 - Ultimo agg. 18:01
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È la mamma-sedia. La mamma- maestra. La mamma-ascensore. La mamma-pulmino. Una mamma più forte della burocrazia, che non cede neanche ora. È la mamma di Gaia, una ragazza di 17 anni che Napoli ha visto crescere sorridente in piscina, sulla carrozzina tra le buche e la polvere, in prima fila alle proteste per i diritti negati di disabili, il suo volto sui sacchetti dei rifiuti in piazza del Plebiscito e il collo sottile infilato nella ghigliottina sotto le finestre di Montecitorio.

Marisa Tavano, 62 anni, dice che i problemi sono iniziati quando sua figlia ha cominciato la scuola: «Alla materna, con l'iscrizione presentata nei tempi previsti, segnalando le condizioni della bimba, affetta da agenesia del corpo calloso, una grave malformazione cerebrale. Ma mi ritrovai a settembre sola, con la pratica respinta. Così la mamma si è trasformata in sedia. Perché quella adeguata per lei, il presidio che potesse reggerla non c'era... Dissi che non avremmo comunque lasciato la classe e lì sono rimasta per tre mesi, tutti i giorni tenendo la piccina sulle gambe. Le facevo anche da maestra perché mancava pure l'insegnante di sostegno...». Con l'aiuto dell'associazione Tutti a scuola, Tavano ha presentato ricorso al Tar e ottenuto la copertura totale di tutte le ore di lezione. Non la ristrutturazione del bagno: «Per cambiarle il pannolino, la sistemavano su un materassino poggiato sul pavimento perché non c'era lo spazio per un lettino». Nuovo preside, nuovo scontro sulle barriere architettoniche. «Ho dovuto lottare, con continui solleciti, per ogni piccola cosa: gli scivoli sui gradini, l'assenza di discese per entrare in palestra, l'ascensore guasto e non a norma». All'elementare è stata impegnata in incursioni continue: «L'insegnante di sostegno veniva anche utilizzato per sostituire gli assenti, a danno dei disabili». E si è arrivati alle medie: «Bene questa volta la preside, ma l'istituto privo di ascensore. Ho inviato immediatamente la richiesta di adeguamento, in anticipo rispetto al suono della campanella. E invece, sono passati tre anni, un mese e una settimana, fino a maggio 2017, prima della soluzione», che a quel punto è diventata fai-da-te. «Ho portato Gaia in braccio ai piani superiori, e in teatro. Il giorno della recita, un sabato, sparirono tutti quando si trattava di salire le scale ma non mi persi d'animo, scrissi il seguente cartello: In questa scuola non entrano i cani e i disabili. Poi, me la caricai sulle spalle».

È di statura minuta, Marisa. Ex commerciante di abbigliamento. «Disoccupata forzata e separata». Senza più lavoro per seguire la sua bimba, senza più marito perché solo le donne, quelle di sentimento, sanno che cosa significa amare davvero. Tavano ha altri due figli maschi, di 25 e 22 anni, trascorre le vacanze con l'Unitalsi, ad aprile il viaggio a Lourdes e ad agosto i bagni a Torre del Greco: «Il loro aiuto è indispensabile, non potremmo altrimenti andare da nessuna parte». Per la figlia minorenne, con una invalidità al 100 per 100 e il bisogno di assistenza globale e totale, riceve 517 euro al mese. «Al compimento della maggiore età, è prevista una integrazione di 280, quindi sempre meno di 800 euro al mese per vivere o sopravvivere».

Ai Colli Aminei la casa è a misura di Gaia, ridimensionata per far entrare una palestra, il lavandino senza mobile per consentire una certa autonomia nei movimenti in carrozzina, e la vasca dotata di sedia elettronica che sale e scende premendo un pulsante. Occhi e capelli come la pece, Marisa ha una capacità istintiva di spiegarsi. «Questo perché io ho solo la terza media...» scherza. Gaia oggi frequenta, invece, il liceo Comenio in via Saverio Gatto. «Per fortuna, senza barriere architettoniche. Non c'è l'assistente materiale, ovvero quella figura che aiuta i ragazzi speciali a mangiare e per le esigenze d'igiene, ma se ne occupa una collaboratrice scolastica che ha seguito un corso di formazione su input della dirigente, di grande sensibilità, che ha fatto attrezzare anche il bagno». Resta il problema del trasporto scolastico: «A luglio scorso, la richiesta ai servizi di inclusione sociale del Comune. Mi hanno poi proposto un contributo, che ho dovuto rifiutare, per la cifra insufficiente a pagare un pulmino privato attrezzato». Quindi, i nuovi Sos: «L'ultimo rivolto direttamente all'assessore Roberta Gaeta. Il 31 dicembre, le rassicurazioni ricevute da palazzo San Giacomo, più di una promessa, un impegno dato per certo. Ma poi, da quel giorno, nessuno mi ha più risposto al telefono... E io continuo a raggiungere il linguistico a piedi, da sola, spingendo la carrozzina anche sotto la pioggia». Fa slalom tra pozzanghere e ostacoli. Ma Marisa non può mollare mai: per Gaia.
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