Pozzuoli, appello al testimone ignoto dell'incidente: «Fatti avanti o Emilia non avrà giustizia»

Pozzuoli, appello al testimone ignoto dell'incidente: «Fatti avanti o Emilia non avrà giustizia»
di Alessandro Napolitano
Sabato 17 Novembre 2018, 15:00
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Malridotta dopo essere stata investita da un'auto pirata e senza nemmeno poter essere risarcita. E' l'assurda condizione in cui si è ritrovata un'anziana donna, che non può beneficiare di quanto previsto dal fondo di garanzia vittime della strada per un motivo ancora più sconcertante: non ci sono testimoni pronti a raccontare quanto accaduto. Accade a Monterusciello, popoloso quartiere di Pozzuoli. Lo stesso nel quale, troppo spesso, è l'omertà dei residenti ad ostacolare indagini e ricostruzioni delle forze dell'ordine. Questa volta, però, sullo sfondo non c'è alcun omicidio di camorra, nessuna «stesa». Ma il silenzio di chi ha visto è ricaduto su una donna che chiede giustizia e soprattutto che qualcuno parli e racconti ciò che ha visto.
 
L'appello viene lanciato anche dai legali che assistono la signora Emilia, 79 anni, da mesi alle prese con i postumi dell'incidente. Sono gli avvocati dello Studio 3A di Venezia, specializzati in casi del genere: «Possibile che nessuno abbia visto nulla alle tre del pomeriggio in pieno centro di una città popolosa come Pozzuoli? Che non si riesca a risalire neanche all'anonimo che ha allertato i soccorsi? Che nessuno abbia un rigurgito di coscienza?». Sono le 15 dello scorso 5 luglio. La 79enne si trova in via De Chirico e si sta apprestando ad attraversare la strada. D'improvviso viene centrata in pieno da un'auto, finendo a faccia in giù sull'asfalto. Non ha il tempo di rendersi conto di nulla. Non riesce nemmeno a ricordare il modello dell'auto che l'ha investita, ma qualcosa le è rimasta impressa nelle mente e la tormenta tuttora: lo stridio degli pneumatici e la forte accelerata dell'auto in fuga. Dopo poco, però, arriva l'ambulanza ed i sanitari la trasportartano all'ospedale Santa Maria delle Grazie. Ad allertare il 118, infatti, è stata una telefonata rimasta anonima. Qualcuno, dunque, ha visto ciò che era accaduto ed ha chiamato i soccorsi. Non ha rilasciato alcun dato per farsi identificare, ha solo indicato il luogo dell'incidente prima di mettere giù il telefono. Spulciare i tabulati, risalire a chi ha chiamato i soccorsi. C'è anche questo nel lavoro dei legali che stanno assistendo l'anziana. Intanto le conseguenze di quell'impatto sono serie, ma fortunatamente non tali da mettere in pericolo la vita della donna. I medici le diagnosticheranno la frattura del setto nasale e del bacino, una frattura costale multipla, la perdita di tre denti, escoriazioni ed ematomi in tutto il corpo. Oggi, a seguire 24 ore su 24 la signora Emilia, ci sono i suoi figli. Il comportamento di chi ha assistito alla scena poi defilarsi pregiudica il risarcimento. Per il protocollo del fondo di garanzia vittime della strada, infatti, occorre almeno una testimonianza a suffragio del racconto della vittima. Non bastano referti e denunce. «Anche se sono passati più di quattro mesi - spiegano i legali - la signora Emilia non ha ancora perso del tutto la speranza in un rigurgito di coscienza da parte di chi ha sicuramente visto».
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