«Contro i tedeschi, raccontava - aggiunge il presidente dell'Icsaic - abbiamo combattuto diverse battaglie e abbiamo teso loro imboscate.
Ma il nemico più pericoloso era in casa nostra: erano i fascisti capaci di fare cose che neanche i soldati tedeschi erano in grado». Tra i suoi ricordi anche l'episodio in cui Gianni Agnelli - che la sua unità protesse per diverso tempo - preparò un caffè a lui e al suo comandante Alessio Maffiodo. «Era un galantuomo, una persona squisita - ricordava Zio Carmine - ci fece il caffè con le sue mani. Mi sembrò una cosa strana vedere un uomo come lui alle prese con una macchinetta del caffè, nonostante fosse circondato da diversi ruoli del suo personale di servizio».