In una tv che cambia, bisogna assumersi responsabilità e nuovi rischi. D'ora in poi, ovunque sarà, vorrei essere produttore di me stesso...
— Fabio Fazio (@fabfazio) 29 marzo 2017
Una dichiarazione d'intenti che non può non far pensare ad un collegamento con la cosiddetta Legge Salva Star, il provvedimento preso nel mese di febbraio dal consiglio di amministrazione Rai con cui è stato stabilito che dal primo aprile artisti e conduttori di viale Mazzini potranno guadagnare non più di 240mila euro l’anno. La norma, introdotta a novembre con la legge di riforma dell’editoria, è stata applicata inizialmente soltanto a manager e consulenti Rai, ma il dubbio era proprio se il limite dei 240mila euro dovesse essere posto anche agli artisti.
La decisione presa in via cautelativa dal cda Rai, in attesa di indicazioni dai ministeri competenti, ovviamente non è piaciuta a molti che vedrebbero così più che dimezzati i loro stipendi. Ma ecco che in soccorso è spuntata fuori una vecchia norma a risolvere la complicata questione. La legge "salva star" è infatti una norma finora inutilizzata ma mai abrogata, risalente alla Finanziaria del 2008. Un cavillo trovato dai legali di Bruno Vespa, che ha un contratto per 1,8 milioni di euro l’anno, permetterebbe di aggirare il limite imposto.
A Palazzo Chigi qundi si è tornati a lavoro e si discute della legge 244 di dicembre 2007, Art.3 comma 44 in particolare. La clausola in questione stabiliva che il limite non doveva essere applicato a chiunque offrisse una "prestazione artistica o professionale che consenta di competere sul mercato in condizioni di effettiva concorrenza". Ma non basta perchè la norma è stata superata dalla legge per l’editoria dello scorso ottobre 2016 e quindi si sta valutando l’introduzione di una nuova legge "salva Rai" che richiami i principi stabiliti nella Finanziaria del 2008.
Un quadro quantomai complesso e fumoso che certo non farà stare sereno Fabio Fabio, il cui compenso annuo attualmente è invece di due milioni di euro, e che lo avrà fatto propendere per l'ipotesi di darsi al doppio ruolo di conduttore ed imprenditore.