Bardem si immerge con Greenpeace per la missione in Antartide

Bardem in una scena del film "Mare dentro"
Bardem in una scena del film "Mare dentro"
di Benedetta Palmieri
Mercoledì 31 Gennaio 2018, 10:00
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Forse, l’avrebbe considerata più un’ipotesi cinematografica che reale, ma Javier Bardem ha invece appena vissuto un’esperienza non da tutti – quella di immergersi nei mari dell’Antartide. Lo ha fatto a sostegno della campagna che Greenpeace sta portando avanti proprio nella zona, per promuovere la creazione di un’area protetta di circa 1 milione e ottocentomila chilometri quadrati, un “santuario antartico” che tuteli le balene e i pinguini che lo abitano. La missione, che mira pure all’interdizione delle attività dei pescherecci industriali, si articola in ricerche scientifiche che comprendono tra le altre cose campionamenti per l’inquinamento plastico e immersioni.
E dunque: se il personaggio di “Mare dentro” – uno dei suoi ruoli più intensi (per il quale è stato candidato nel 2005 ai Golden Globe come miglior attore di film drammatico, e nel 2004 ha vinto la Coppa Volpi a Venezia) – lo teneva costretto in un letto, con la sola possibilità di desiderarlo, il mare, oggi Javier Bardem ci si è invece immerso come non aveva immaginato.
Ospite e insieme sostenitore di Greenpeace e della sua campagna in Antartide, è infatti sceso a 270 metri di profondità, con una capsula sottomarina a due posti comandata dal biologo marino John Hocevar – che ha parlato dell’attore come di un passeggero molto rilassato, nonostante fosse la sua prima immersione; e ha aggiunto “Sembrava completamente sbalordito da tutta la situazione e anch’io lo ero”.
E in effetti, nel resoconto riportato dal sito di Greenpeace (www.greenpeace.org), Bardem ha confermato come sia stata “Un’esperienza molto rilassata; mi aspettavo di diventare più nervoso, mentre ci immergevamo”. Ma l’attore ha soprattutto raccontato le sue emozioni, che sono state il volano per sostenere la missione di Greenpeace, e cura e tutela dei fondali e dei loro ecosistemi: “Sono rimasto totalmente stupito dall’enorme varietà di colori e di vita che ci circondava. Non sono un biologo, ma trovare un mondo rosa, giallo e verde di coralli e spugne in fondo all’Oceano antartico è stata una vera sorpresa per me”; concludendo che l’esperienza lo ha indotto a valutare “esattamente perché abbiamo bisogno di mostrare rispetto come esseri umani” e sottolineando quanto importante sia “documentare queste specie in tutta la loro colorata esistenza” e dunque proteggerle con e nel loro ambiente. 
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