Da Torre del Greco al Principato di Monaco: un patto per il corallo

Corallo cresciuto in laboratorio
Corallo cresciuto in laboratorio
di Francesca Mari
Giovedì 28 Giugno 2018, 12:56
3 Minuti di Lettura
TORRE DEL GRECO - Dalla città del corallo un accordo con i reali di Monaco per la «salute» e la tutela dell’oro rosso. Potrebbe concretizzarsi al più presto il progetto di «Cibjo» Confederazione Mondiale della Gioielleria, organizzazione nata per volontà delleNazioni Unite, presieduta dal Dottor Gaetano Cavalieri.

Nei giorni scorsi il presidente della Commissione Corallo di Cibjo, Vincenzo Liverino , ha incontrato a Montecarlo, il principe Alberto II di Monaco e la sua Fondazione per la tutela degli Oceani e delle Barriere Coralline. Nel corso poi della visita all’Istituto Oceanografico di Montecarlo, fondato nel 1906 da Alberto I di Monaco, trisavolo di Alberto II, il presidente Liverino ha potuto toccare con mano l’attività di ricerca nei laboratori in cui piccole larve di corallo mediterraneo, crescono in pochissimo tempo: l’idea è di utilizzare questi studi per ripopolare le aree delle Barriere Coralline .

Nell’occasione, poi, Liverino ha potuto illustrare al principe Alberto II e a diverse autorevoli personalità, i progetti realizzati e in cantiere gettando le basi per l’imminente accordo con l’Istituto Oceanografico. In primis la Coral Commission porta avanti una campagna educativa per distinguere tra preziose varietà di corallo, che vengono raccolte in modo responsabile e sostenibile, e varietà non preziose, alcune delle quali vedono diminuire il loro numero a seguito dei cambiamenti climatici.

«Una delle principali preoccupazioni della Commissione Corallo è quella di assicurarsi – spiega Liverino - che tutto il prezioso corallo in circolazione sul mercato sia stato raccolto e gestito in conformità con la regolamentazioni vigenti in materia di protezione della fauna selvatica. Questo è stato fatto per la sostenibilità, un fondamentale orientamento dottrinale della carta delle Nazioni Unite. C'è stato per molti anni un fraintendimento che le specie coralline preziose, sono le stesse di quelle specie di corallo non preziose minacciate di estinzione. Va sottolineato che, nonostante la condivisione di un nome comune, le specie di corallo minacciate di estinzione, non vengono utilizzate nell'industria della gioielleria e che noi, nel settore del corallo prezioso e del gioiello, condividiamo le comuni preoccupazioni ambientali globali con la maggior parte della comunità scientifica».

La Commissione ha già realizzato il «Coral Blue Book» sul corallo che fornisce set definitivi delle norme di classificazione e nomenclatura per un settore in cui è assente un sistema armonizzato approvato dalla International Standards Organization. Inoltre, conta, entro un anno di realizzare una guida sulle Barriere Coralline, richiesta dall’ United States Fish and Wildlife Service, agenzia del Dipartimento degli Interni degli Stati Uniti che si occupa della gestione e conservazione della fauna selvatica. Del comitato scientifico della Coral Commission fanno parte: Iwasaki Nozomu dell’Università di Tokyo; Anna Di Cosmo, Università di Napoli; Sylvie Tambuttè del Centro Scientifico di Monaco; Rosanna Sanfilippo dell’Università di Catania; Cristina Del Mare, storica del corallo.

Alla luce di tutti questi progetti la Cibjo si prepara al prossimo incontro a Montecarlo per siglare il protocollo d’intesa e il presidente Liverino, lancia un appello alla nuova amministrazione comunale affinché Torre del Greco, famosa per il corallo in tutto il mondo, possa avere un ruolo fondamentale in questo scambio. «Auspico che la nuova amministrazione comunale – conclude Liverino – possa concedere dei locali per far tornare a Torre del Greco una succursale della Facoltà di Biologia Marina dell’Università Federico II, fino a 6 anni fa fiore all’occhiello del territorio. Un modo per importare il modello scientifico dell’Istituto Oceanografico di Monaco sul nostro territorio e prevedere scambi e gemellaggi culturali».
© RIPRODUZIONE RISERVATA