Il vecchio boss Bisogno era cieco
ma guidava ogni giorno: in carcere

Il vecchio boss Bisogno era cieco ma guidava ogni giorno: in carcere
di Simona Chiariello
Giovedì 17 Maggio 2018, 09:10 - Ultimo agg. 10:18
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CAVA DE' TIRRENI - Guidava tranquillamente l'auto, nonostante la patente gli era stata revocata perché riconosciuto invalido e cieco parziale. Camminava normalmente senza l'aiuto di stampelle. Ma non basta perché tutti i suoi spostamenti avvenivano in violazione al regime di arresti domiciliari, di cui beneficiava da circa dieci anni proprio in virtù del fantomatico stato di invalidità che gli era stato riconosciuto e per il quale aveva anche l'accompagnamento. Insomma una truffa in piena regola, commessa in piena regola no da un falso invalido qualunque, ma da Mario Bisogno, capo dell'omonimo clan che dagli anni 80 ha stretto nella morsa delle estorsioni e del racket la città di Cava ed i comuni confinanti. Una piovra, che secondo le ultime relazioni della Dia (direzione investigativa antimafia) è ancora viva. Ieri il capoclan Mario Bisogno è tornato in carcere con l'accusa di truffa aggravata ai danni dello stato.
 
L'ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal magistrato del Tribunale di Sorveglianza di Salerno, dopo articolate indagini, condotte dagli agenti anticrimine del commissariato di polizia. Gli uomini, diretti dal vicequestore Marzia Morricone, lo hanno tenuto d'occhio. Da oltre dieci anni, Mario Bisogno, beneficiava del regime di arresti domiciliari perché riconosciuto invalido e cieco parziale. Ma negli ultimi mesi è finito nella rete dei poliziotti cavesi che con appostamenti e l'ausilio delle telecamere attive in città hanno scoperto che il capoclan guidava tranquillamente l'auto e camminava normalmente senza stampelle. E non solo perché tutti i suoi spostamenti, di fatti, violavano le restrizioni, imposte dal regime degli arresti domiciliari. Quanto basta per convincere il magistrato del tribunale di sorveglianza di Salerno di revocare i domiciliare.
 
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