Padula, restyling truffa alla Certosa:
in tre finiscono nei guai

Padula, restyling truffa alla Certosa: in tre finiscono nei guai
di Pasquale Sorrentino
Venerdì 20 Luglio 2018, 06:35
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Una truffa da circa un milione e mezzo di euro per dei lavori mai fatti - o quanto meno non completati – nella Certosa di Padula, patrimonio dell’Unesco e simbolo del Vallo di Diano. Un simbolo – bisogna subito rimarcare – che non certo viene offuscato da questa indagine. Tre persone indagate (nessun amministratore). Si tratta di lavori eseguiti, o secondo l’accusa da eseguire, nella parte di proprietà del Comune di Padula. Occorre, infatti, precisare che la proprietà della più grande Certosa d’Europa è divisa tra amministrazione comunale, attualmente diretta dal sindaco Paolo Imparato, e il ministero dei Beni Culturali. 

I lavori in questione, entrati sulle carte degli inquirenti, sono riferiti a efficientamenti della struttura che è di proprietà del Comune. Le tre persone indagate sono un dirigente di un ufficio comunale, un tecnico esterno e un imprenditore di una ditta edile e di impiantistica. L’appalto risale al 2015 e prevedeva questi lavori sia per la parte comunale della splendida Certosa, patrimonio Unesco dal 1998, che per il palazzo storico che ospita il municipio di Padula. Tuttavia qualcosa non è andato per il verso giusto, almeno stando alle carte delle indagini, e sul caso sono piombati i carabinieri della Compagnia di Sala Consilina e la Procura di Lagonegro che hanno avviato gli accertamenti del caso e iscritto tre persone sul registro degli indagati. Un bando per dei lavori di circa un milione e mezzo di euro che sarebbero serviti a rendere più moderno dal punto di vista energetico – conservando ovviamente la struttura storica – il monumento che ogni anno attrae migliaia di turisti da tutta Italia e dall’estero.
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