Telefonini e treccine, le fobie
del colonnello terrore dei lavoratori

Telefonini e treccine, le fobie del colonnello terrore dei lavoratori
di Nicola Sorrentino
Mercoledì 23 Gennaio 2019, 06:45 - Ultimo agg. 12:08
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Niente treccine o abiti troppo femminili. Il telefonino andava spento e in bagno non si andava per più di una volta. Sarebbero queste alcune delle «regole» che i dipendenti dei supermercati gestiti dall’ex colonnello dell’esercito, Giuseppe D’Auria - da due giorni agli arresti domiciliari - dovevano seguire. Pena il licenziamento. È uno dei tanti dettagli che emerge dall’indagine della procura, che contesta al 69enne imprenditore 41 capi d’accusa. A raccontarlo è una delle tante lavoratrici, sentite durante le indagini dagli inquirenti.

«Non ci possiamo neanche ammalare o chiedere riposi, se non si rispetta questo D’Auria ci mette nelle condizioni di dimetterci». E pare fossero proprio i cellulari a spaventarlo, come raccontò un’altra dipendente: «Ordinò a tutti di lasciare il telefonino in camerino durante il servizio, facendo sottoscrivere una direttiva da lui scritta sul punto. Aveva paura che fosse registrato o che si facessero video e foto, che potevano essere usati contro di lui per provare cosa succede all’interno del punto vendita». Nelle informative allegate all’indagine, invece, sono finiti proprio alcuni video e audio registrati dai dipendenti. L’imprenditore avrebbe creato un «clima di terrore» tra i lavoratori, che oltre ad accettare contratti irregolari, dovevano anche nascondere gli infortuni sul lavoro.
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