«UniSa, a Papa Francesco
laurea honoris causa»

«UniSa, a Papa Francesco laurea honoris causa»
Giovedì 16 Marzo 2017, 12:57 - Ultimo agg. 12:59
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«Una laurea honoris causa in medicina a Papa Francesco». È quanto annunciato oggi da Aurelio Tommasetti, rettore dell’Università di Salerno e da Mario Capunzo, direttore del dipartimento di medicina, chirurgia e odontoiatria “Scuola medica salernitana”, nel corso del convegno «Umanizzazione della Medicina - Curare e prendersi cura», svoltosi oggi a Baronissi e promosso dall’associazione Medici cattolici italiani con il dipartimento di medicina e chirurgia dell’Università di Salerno e l’Omceo di Salerno.

In una nota ufficiale inviata a Papa Francesco e al cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, è spiegata la motivazione della scelta di conferire il titolo al Pontefice: «Per le sue doti e capacità, universalmente riconosciute, di medico delle anime e di intimo conoscitore dei bisogni delle persone più deboli, più povere, più bisognose della divina misericordia e della umana solidarietà». Ai lavori, moderati da Mario Ascolese, presidente campano dei medici cattolici, sono intervenuti, tra gli altri, Francesco Paolo Adorno, docente di Filosofia morale e bioetica dell’Università di Salerno che ha parlato di concetto e funzione della cura; Filippo Maria Boscia, presidente nazionale dei medici cattolici, che ha accolto con gioia l’iniziativa, affermando che «il dolore umano, sia quello di origine fisica che quello di origine spirituale, è sempre dolore della persona. La sofferenza è sempre globale. Questo fatto ci porta a insistere perché nell’avvicinarsi al dolore e alla sofferenza sia in ambito medico che in altre situazioni, non si perda mai di vista la dimensione interpersonale, spirituale e sociale». Per padre Domenico Marafioti sj, preside Pontificia Facoltà Teologica Italia Meridionale, «bisognerebbe stabilire due tipi di relazione con il paziente, una professionale, di cura e di aiuto, e una di solidarietà umana, prossimità e comprensione. Il medico deve curare con competenza, e farsi prossimo come il samaritano della parabola».



 
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