Ruggi, indagine interna
sul mercato dei posti letto

Ruggi, indagine interna sul mercato dei posti letto
di ​Sabino Russo
Sabato 4 Giugno 2016, 06:50
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Dopo l’apertura di un fascicolo d’inchiesta da parte della Procura per far luce su un presunto «mercato di posti letto» all’interno del presidio di via San Leonardo, anche il manager dell’azienda ospedaliera universitaria Nicola Cantone dispone l’avvio delle verifiche interne, a partire proprio dai reparti finiti al centro di questo nuovo possibile terremoto giudiziario che potrebbe travolgere il Ruggi, sul quale però resta il più stretto riservo.
L’indagine avviata dal sostituto procuratore Elena Guarino è partita un paio di settimane fa, durante i riscontri svolti dai carabinieri del Nas in seguito alla denuncia dei familiari di Palma Casanova, la commerciante 56enne di Atrani morta il 22 aprile scorso, quattro giorni dopo aver subito un intervento in laparoscopia per rimuovere cisti ovariche all’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona. Per il momento, il fascicolo aperto è ancora contro ignoti e si riferisce a una presunta storia di posti letto in vendita in cambio di soldi o regalìe. Durante gli interrogatori per cercare di capire cosa fosse accaduto alla donna, i carabinieri del Nucleo antisofisticazioni della Sanità, agli ordini del capitano Gianfranco Di Sario, hanno raccolto le testimonianze di alcuni dipendenti ritenute «interessanti». 
Ci sarebbe, secondo quanto finora scoperto, ma si attendono riscontri importanti, un gruppo di medici e infermieri i quali, ciascuno per le rispettive competenze, si adopererebbero per «agevolare» alcuni pazienti «complici» nel trovare un posto letto senza dover attendere la propria chiamata e il turno. Due i reparti interessati ma, al momento, su questi dettagli vige il più stretto riservo. Nel frattempo, però, anche il commissario straordinario del Ruggi si è messo in azione e ha sottoscritto nella mattinata di ieri una disposizione in cui da il via libera alle verifiche interne, ordinando di passare a setaccio tutti i ricoveri nei reparti dotati di posti letto, a partire proprio da quelli indicati dalla Procura.
Se sull’inchiesta, per ora, il manager dell’azienda ospedaliera universitaria preferisce non intervenire, in attesa di avere uno scenario più chiaro, non c’è incredulità tra gli stessi dipendenti. «Già da tempo si sentivano in giro alcune voci che riguardavano alcuni reparti, come Ginecologia e Chirurgia d’urgenza, ma non solo – ha detto Giuseppe Cicalese, il sindacalista della Cisl da cui è partita l’indagine anti-assenteisti – Alcuni colleghi infermieri, infatti, riferivano che nei loro reparti, in più occasioni, si erano ritrovati pazienti, pure già operati, nonostante a loro non risultasse neanche il ricovero. Cose queste, tra l’altro, più volte già segnalate agli uffici competenti». Su quest’ultimo aspetto, inoltre, peserebbe un’altra situazione, ancora più grave. «Molti colleghi hanno difficoltà nel trovare gente a cui rivolgersi, perché in alcune occasioni, appena terminata la segnalazione, neanche giunti all’esterno dell’ufficio, la stessa era già uscita fuori, esponendoli a rischio ritorsioni – ha continuato – Oggi, a quanto sembra, questa azienda risulta agli occhi della gente la pecora della sanità, ma la verità è un’altra. Per oltre 10 anni il Ruggi è stata una prateria, dove ognuno ha fatto quello che voleva, senza alcun controllo da parte di ha amministrato sull’operato dei medici, dei comparto, sugli appalti e le ditte esterne». 
Fatto è che dall’inchiesta sul decesso della commerciante di Atrani si sarebbero aperti nuovi filoni investigativi: dopo il mancato ritrovamento del sigma della donna prelevato in sala operatoria e affidato dall’anestesista ad un infermiere, come da prassi, i carabinieri del Nas hanno sentito decine e decine di persone tra personale del Ruggi e familiari di pazienti ed ognuno di loro avrebbe fornito dei tasselli utili per capire cosa accade realmente all’interno dei reparti.
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