Proiettili nascosti, ipotesi guerra tra gang

sopralluogo della polizia nella zona orientale della città dovo sono stati rinvenuti alcuni proiettili
sopralluogo della polizia nella zona orientale della città dovo sono stati rinvenuti alcuni proiettili
di Petronilla Carillo
- Ultimo agg. 13 Marzo, 13:42
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Manca il terzo indizio per costituire la prova. Nessuno lo dice apertamente ma, quanto accaduto ieri a Salerno, ha messo in allerta gli investigatori. Non è una cosa «ovvia» e neanche «normale» per questo capoluogo che in due distinte operazioni, a distanza di poche ore, due diversi corpi delle forze dell’ordine trovino dei pacchetti contenenti lo stesso tipo di proiettile. Eppure è accaduto. Ed è accaduto in due diverse zone della città: al rione Petrosino e a Fratte. Entrambi due quartieri «particolari».

In entrambi i casi, si tratta di colpi del calibro 7,65. Quelli usati per sparare, per davvero. E anche per uccidere. In entrambi i casi non si tratta di proiettili lasciati lì per mandare messaggi o per «intimidire» qualcuno ma nascosti, o forse gettati via, per eludere eventuali controlli delle forze dell’ordine.
Il primo ritrovamento è stato fatto da una pattuglia della sezione Volanti della questura di Salerno (agli ordini del vicequestore Rossana Trimarco) in via Napoli, a Fratte. I colpi sono stati ritrovati in un canale di scolo a lato della strada. Erano venti e sono stati subito prelevati dagli uomini della Scientifica per i rilievi del caso. E, perché no, anche per verificare l’eventuale presenza di impronte digitali.

Erano alla rinfusa ma vicini. Forse qualcuno se n’è disfatto temendo controlli. Magari ritenendo che quello fosse un posto «sicuro» dove poi andarli a riprendere quando le acque si fossero calmate. Sulla vicenda è stata allertata anche la Squadra mobile (diretti dai vicequestori Tommaso Niglio e Lorena Cicciotti). Esclusa per il momento l’ipotesi che potesse trattarsi di un atto intimidatorio nei confronti di qualcuno: in quella zona i poliziotti non hanno rinvenuto abitazioni di persone «sospette» e non ci sono neanche delle aziende.
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