Vigile suicida, colleghi sotto choc
«Una vita segnata dal dolore»

Il vigile che si è tolto la vita sulla tomba del figlio
Il vigile che si è tolto la vita sulla tomba del figlio
di Danilo Sorrentino
Mercoledì 31 Agosto 2016, 08:10 - Ultimo agg. 11:42
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PAGANI - All'esterno del cimitero, appoggiata al cancello che separa la strada dal luogo sacro, c’è una signora con un mazzolino di fiori in mano. Chiede soltanto di entrare per depositarli sulla tomba del figlio e andare via. Ma non può, perché il cimitero è chiuso per permettere agli inquirenti di svolgere le indagini sul suicidio di Alfonso Russo, 57 anni, residente in via Matteotti. La donna non può saperlo. Non può sapere che un altro genitore, che come lei ha dovuto affrontare la cosa più innaturale del mondo, si è tolto la vita sulla tomba del proprio figlio. Il maresciallo Alfonso Russo, uno degli esponenti più noti del corpo di polizia locale di Pagani, ha scelto proprio il posto in cui è sepolto suo figlio Francesco per farla finita.

Anche il giovane si suicidò a fine febbraio 2011. Il corpo senza vita fu ritrovato in un dirupo sul Valico di Chiunzi: Francesco, all’epoca 32enne, si era allontanato da casa due giorni prima, senza dire nulla alla moglie e ai due figli piccoli. Dopo ore di ricerche e vane speranze, fu ritrovato dagli uomini della protezione civile, dai carabinieri e dalla polizia locale. Dagli uomini che avevano la stessa divisa del padre, il quale non si è mai dato pace per quella perdita. La scomparsa del figlio, che pare soffrisse di crisi depressive, aveva ovviamente turbato in maniera profonda Alfonso Russo, ma nulla lasciava presagire ad un gesto inconsulto come quello compiuto nella serata di lunedì. 

A farsi portavoce della tristezza e dello choc della polizia municipale di Pagani è lo stesso comandante Dino Rossi. Ironia della sorte, Rossi era stato fra quelli che avevano coordinato le ricerche per Francesco Russo ed è tornato alla guida dei vigili urbani proprio quest’anno. In tempo, purtroppo, per dare l’ultimo saluto a un fidato collaboratore. «Questa notizia è un fulmine a ciel sereno per tutti noi, non ci saremmo mai aspettati che una persona così gioviale potesse arrivare a un gesto del genere, ci ha lasciati senza parole. Non ci capacitiamo sul perché di questo gesto così estremo», ha detto con la voce spezzata dalle lacrime e l’emozione. Un refrain che, in maniera più o meno ufficiale, ribadiscono anche i colleghi di Alfonso Russo i quali alla spicciolata si sono recati ieri mattina al cimitero. Increduli anche i familiari.

Per tutti il gesto compiuto dal maresciallo non era assolutamente preventivabile, anche se probabilmente già covava nella testa dell’uomo. I figli Davide e Mario si sono trincerati nel silenzio: giovanissimi, hanno dovuto già affrontare due dure prove, la perdita prima del fratello maggiore e ora del padre. Fra gli amici e i conoscenti di Russo nessuno riesce a spiegarsi il perché l’abbia fatta finita, anche se pare che la scomparsa del figlio sia soltanto uno dei problemi che nell’ultimo periodo attanagliavano la vita dell’uomo. La verità potrebbe essere in quel biglietto in cui fa accenno al figlio Francesco, ma anche ad altre vicende personali, come la separazione dalla compagna avvenuta di recente.

Tutte ipotesi che però non cambiano la sostanza dei fatti. Perché la verità, in fin dei conti, lo stesso Russo non ha voluto renderla pubblica, esprimendo soltanto il desiderio di ricongiungersi al suo Francesco. 

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