Tra i parcheggiatori abusivi arrestati c'è anche Antonio Fuoco. Colui, che lo scorso anno, uccise a calci la sua cagnetta. Per questa vicenda il 60enne è sotto processo e il 9 luglio è prevista la prossima udienza. Era il 15 febbraio dello scorso anno, infatti, quando la cagnolina Chicca di circa 6 mesi, venne uccisa a calci - nel quartiere Pastena a Salerno - dal suo padrone. L'uomo che avrebbe dovuto amarla e proteggerla e che, invece, in quel momento, avrebbe potuto sfogare la sua rabbia su chiunque. In poche ore la notizia rimbalzò di cellulare in cellulare e il nome del killer fu noto a tutti: la barbara uccisione ha scosso le coscienze nel profondo tanto che si è costituito un comitato spontaneo che chiede giustizia ed una condanna esemplare per Fuoco.
Per quanto riguarda l'inchiesta sui parcheggiatori abusivi, l'uomo operava in un'area di parcheggio su lungomare Colombo. Area che divideva con Vincenzo Giordano interscambiandosi nei ruoli e nelle condotte pretendendo soldi dai cittadini che usufruivano degli spazi adibiti a parcheggio nei pressi del Polo Nautico. In particolare i carabinieri hanno dimostrato una serie di episodi del 19 dicembre e 23 gennaio scorsi quando «Fuoco e Giordano fornivano indicazioni agli automobilisti in transito mostrando gli spazi dove poter parcheggiare e riscuotendo indebitamente le somme di denaro come corrispettivo per la sosta delle autovetture», come si legge nella misura cautelare. Escusse poi le varie persone che vennero avvicinate dal Fuoco e dal suo compare, queste riferivano di aver pagato per paura di ritorsioni o danneggiamenti al veicolo percependo - dal comportamento dei parcheggiatori - una «sorta di intimidazione». Ma l'area nei pressi del Polo Nautico era molto «gettonata» dai parcheggiatori abusivi come, ad esempio, Danilo Santoro, che avrebbe richiesto denaro a vari automobilisti. «Lavorare» in quell'area anche uno dei due parcheggiatori abusivi che al momento è riuscito a sfuggire alla cattura dei carabinieri. E, ancora, Alessandro Abate e Bernando Sperandeo. E in merito alla posizione di quest'ultimo, uno degli automobilisti sentito dai carabinieri nel corso delle indagini, ha dichiarato di aver elargito soldi a due parcheggiatori (uno era proprio Sperandeo) per evitare ritorsioni personali e danni all'autovettura ma la vittima ha specificato che «uno dei due abusivi aveva reclamato altri soldi ritenendo la somma ricevuta irrisoria». Insomma il quadro è chiaro nei confronti di tutti gli indagati che, controllavano stabilmente il territorio.