Monte Cervati, tetto Campania:
​patto per rilanciare il turismo

Monte Cervati, tetto Campania: patto per rilanciare il turismo
di Pasquale Sorrentino
Giovedì 17 Gennaio 2019, 06:25
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Un obiettivo alto. Altissimo. Forse l'obiettivo più alto della regione Campania. Di certo è l'obiettivo più alto della regione, perché si tratta del tetto della Campania: il monte Cervati, la montagna più alta del nostro territorio con i suoi 1.899 metri. L'obiettivo è quello di renderla una meta turistica invernale di importanza extraregionale per non dire nazionale. Un traguardo complesso che si vuole raggiungere attraverso varie strade, si partirà con la firma di un protocollo tra i nove comuni che "vivono" sotto il tetto del Cervati e la Regione. Un modo per recuperare i rifugi, le strutture dell'area, per garantire la possibilità di viaggiare tra sentieri innevati nelle cosiddette ciaspolate o addirittura a bordo di gatti delle nevi. Insomma ridare verve a una meraviglia della natura che potrebbe rappresentare anche una meraviglia turistica. L’azione di rilancio del comprensorio del Monte Cervati, finalmente trova una prospettiva concreta. L’iniziativa spinta dal Comune di Sanza e raccolta dall’Ente Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni, che ha inteso proporre un protocollo d’intesa tra i comuni che orbitano alle pendici della vetta più alta della Campania, ora si appresta a ricevere il riconoscimento ufficiale da parte della Regione Campania che, attraverso il presidente Vincenzo De Luca e l’assessore al turismo, Corrado Matera, domani saranno a Sanza per suggellare questo accordo. Una sfida comune da vincere per sostenere - oltretutto - i paesi montani che vivono nel costante pericolo del continuo spopolamento. Già da tempo sono in atto azioni di recupero con spettacoli teatrali sulla vetta, accordi con il club alpino, trekking e incontri tra esperti e appassionati della montagna. Alcuni rifugi sono anche già operativi e raccolgono diverse adesioni. Restano i problemi: strutture semi abbandonante, musei finanziati e mai aperti (l'archeodromo di Monte San Giacomo), accessi resi complicati da viabilità fatiscente.
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