La discarica segreta del clan: i Casalesi anche nell'Agro

La discarica segreta del clan: i Casalesi anche nell'Agro
di Nello Ferrigno
Lunedì 23 Ottobre 2017, 06:14 - Ultimo agg. 06:16
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CASTEL SAN GIORGIO - Era il gennaio del 2006 quando i carabinieri del Noe iniziarono ad indagare sui rifiuti interrati illegalmente in diverse zone della Campania tra cui anche il salernitano. A coordinarli era la procura di Santa Maria Capua Vetere. Nel luglio del 2007 furono emesse 38 misure cautelari nei confronti di altrettante persone accusate di aver smaltito illecitamente 980mila tonnellate di rifiuti pericolosi e non pericolosi, procurando per sé un profitto illecito di 50 milioni di euro. Il processo, che è ancora in corso, fu poi incardinato al tribunale di Salerno. Alle porte c’è, però, la prescrizione.
È il Vallo di Diano il pezzo di territorio in cui furono trasferiti ed interrati i rifiuti, in gran parte scarti industriali provenienti dal Nord. Ma c’è anche un pezzo dell’Agro nocerino. Tra i verbali del processo c’è quello che riporta le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Gaetano Vassallo, ex agente penitenziario, poi imprenditore nello smaltimento della spazzatura ed infine ministro dei rifiuti del clan dei Casalesi. È lui il grande accusatore di Nicola Cosentino, l’ex sottosegretario di Forza Italia finito in carcere. C’è una frase che oggi è tornata terribilmente di attualità: «Il cimitero segreto delle scorie industriali è nelle campagne dell’Agro nocerino-sarnese, nelle buche scavate lungo il tracciato di un metanodotto». Quel metanodotto attraversa le viscere della «montagna spaccata», così gli abitanti del nocerino chiamano il Passo dell’Orco, sito di interesse storico, sembra che ci passò Annibale con i suoi elefanti, sottoposto a vincolo paesaggistico, nonché di rispetto ferroviario per la galleria borbonica che lo attraversa. Siamo a Codola, al confine tra Castel San Giorgio e Nocera Inferiore.
Nel marzo scorso il comandante della polizia municipale di Castel San Giorgio, Marco Inverso, sequestrò un’area di oltre ventimila metri quadrati perché i tecnici della Snam, che stanno effettuando una variante al metanodotto Castellammare–Torre Annunziata, trovarono rifiuti speciali interrati e nascosti da «uno strato superficiale di terreno vegetale in coltivazione». I proprietari del suolo, due agricoltori, furono denunciati e l’area sequestrata messa a disposizione della procura di Nocera Inferiore. Il metanodotto è ritenuta opera strategica. Ed è così che la striscia di montagna lungo la quale far deviare i tubi del gas è stata parzialmente dissequestrata. Ma i lavori, attualmente in corso, hanno riservato amare sorprese. I rifiuti sono molto più al di sotto della strato superficiale. Il carotaggio effettuato giovedì scorso ha dimostrato che la spazzatura è molto più al di sotto, oltre i sei metri di profondità. È la traccia che per decenni Passo dell’Orco è stato il cimitero dei veleni.
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