De Luca contro tutti all'Università di Salerno: «L’Italia è un Paese deprimente»

Il governatore all'Università di Salerno

Vincenzo De Luca all'università di Salerno - Convegno nazionale dell'Accademia Italiana di Economia
Vincenzo De Luca all'università di Salerno - Convegno nazionale dell'Accademia Italiana di Economia
di Barbara Landi
Giovedì 5 Ottobre 2023, 22:54 - Ultimo agg. 6 Ottobre, 12:24
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«L’Italia è un Paese deprimente. Prepariamoci alla rapina di risorse a danno del meridione. Se non riparte il sud, l’Italia è perduta». È inarrestabile il governatore della regione Campania, Vincenzo De Luca, nel delineare lo scenario economico italiano dall’università di Salerno, in occasione dell’inaugurazione del convegno nazionale dell’Accademia Italiana di Economia Aziendale AIDEA.

«Abbiamo una perdita del Pil del 20%, il debito pubblico italiano è preoccupante, non abbiamo nessuna grande impresa leader mondiale, abbiamo perso la partita dell’elettronica e consegnato il know how italiano ad altri paesi.

L’Italia rischia di scivolare fuori dai primi dieci paesi industriali del mondo», insiste De Luca.  Su di lui si catalizza l’attenzione, in attesa della pubblicazione del nuovo libro “Nonostante il Pd” dopo lo scontro aperto con la Segretaria Elly Schlein e la discussione in atto sul terzo mandato, ma soprattutto perché De Luca sembra confermarsi come il grande assente alla festa provinciale promossa dal Partito Democratico salernitano, che si svolgerà a Baronissi questo week end.

Dal Pnrr al palo, ai test di medicina, al salario minimo, con particolare enfasi sulla “palude burocratica”: il presidente della Regione è senza freni e improvvisa una lectio magistralis, tra proiezioni, dati e battute sarcastiche, tracciando un quadro disarmante.

«È un momento difficile, complesso. Il Paese che chiude le possibilità di futuro e di lavoro per i giovani. Continua a morire di burocrazia e corporativismo. Fondi di sviluppo e coesione destinati al sud fermi: è sconcertante. Da un anno e 2 mesi abbiamo 23 miliardi di euro bloccati dal governo nazionale. La Campania dovrebbe ricevere 5 miliardi e 600 milioni di euro e il Ministero per il Sud continua a giocare. Non ci sono risorse per interventi nelle strade, per l’assetto del territorio, per le frane, per la manutenzione dei ponti, per il bradisismo.  Non c’è risposta, ma solo una palude burocratica. I giovani devono combattere. Noi lavoriamo affinchè ci sia alternativa per il sud», è perentorio.

I nodi fondamentali che bloccano lo sviluppo del paese sono, per De Luca, il debito pubblico, la disoccupazione e la burocrazia.  «Gli interessi sul debito pubblico per il prossimo anno circa 90miliardi di euro, che secondo le previsioni diventeranno nei prossimi due anni oltre i 104miliardi di euro. È un macigno. Non avere a disposizione non avere 100miliardi per investimenti significa declino continuo – insiste - Altro elemento strutturale è il tasso di disoccupazione: in Germania la forza lavoro che produce ricchezza è di 20 punti superiore all’Italia, con il 75% di occupati. Francia 65-66%, in Italia meridionale siamo 20 punti sotto alla Germania, per non parlare del tasso di disoccupazione giovanile e femminile, con incidenza sul prodotto interno lordo. Se non recuperiamo il 20 per cento di occupazione dei giovani del Sud l’Italia è perduta. Altro che autonomia differenziata, il nostro Paese scivolerà in basso».

Un’ampia digressione, inoltre, sui metodi di iscrizione all’università e sul modello dei test d’ingresso.

«Un calvario – così li definisce – La burocrazia toglie respiro all’energia creativa del nostro Paese, all’imprenditoria, ai giovani che vogliono inventare: siamo fermi al medioevo, siamo una società corporativa. Non c’è una società aperta, non c’è modello anglosassone. Siamo l’ultimo Paese d’Europa per numero di laureati ma per iscriversi a Medicina siamo al vertice della demenzialità umana. Stiamo creando una generazioni di ragazze e ragazzi che vanno in depressione per non aver superato questo test, che nell’ultimo anno di liceo costringe i giovani ad isolarsi nelle case, per preparare la maturità e l’imbecillità dei quiz di Medicina. Si faccia selezione al primo anno, con esami su materie di studio e non sull’armocromia».

Critico anche sulle misure di finanziamento, come il Pnrr, con la polverizzazione della spesa e le Zes: «Il più grande flusso di investimento per l’area meridionale. Avrebbe avuto senso per creare imprese per far crescere il Pil, con pochi progetti strutturali, logistica, portualità, ricerca scientifica, invece una dispersione totale delle risorse».  E poi l’affondo al Governo “che ha deciso di spostare 16miliardi di opere nel 2026, garantendo la copertura finanziaria. E con quali risorse? – insiste De Luca - C’è solo un’altra risorsa, i Fondi di Sviluppo e Coesione, che per legge sono destinati per l’80% al sud. Prepariamoci a una grande rapina di risorse dal sud».

Una paralisi totale, con tutte le piccole e medie imprese del sud tagliate fuori dai nuovi parametri del credito d’imposta.

Un lungo intervento, che si conclude con un monito ai giovani in platea, a non abbattersi, nonostante uno scenario scoraggiante. «Preparatevi, dovrete combattere con le unghie e con i denti. Non deprimetevi. Avete tutti i motivi per andare in depressione e scegliervi il vostro analista, ma abbiamo il dovere di non perdere la speranza e la fiducia nella creatività della storia. L’Italia ha una sola risorsa e siete voi giovani, con il vostro entusiasmo e la passione, che non avete ancora maturato la stanchezza di combattere. Italia deve diventare una società aperta. Nessuno vi regalerà nulla, ma il mondo per voi non è chiuso».

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