Ingaggiato per spedizione punitiva
a Milano, il tribunale lo assolve

Ingaggiato per spedizione punitiva a Milano, il tribunale lo assolve
di Nicola Sorrentino
Sabato 20 Ottobre 2018, 13:59
2 Minuti di Lettura
NOCERA INFERIORE - Sarebbe stato ingaggiato per una spedizione punitiva. L'episodio era al centro di una maxi indagine condotta dalla Dda Antimafia su un gruppo criminale a Nocera Inferiore. Ma il tribunale, giorni fa, lo ha assolto da tutte le accuse, quali detenzione di arma da fuoco e ricettazione. Lui è Camillo Fedele, finito a giudizio dopo il blitz dei carabinieri che rinvennero un'arma nell’autovettura già monitorata in precedenza, poco prima dell'ingresso autostradale. Era il dicembre 2015 quando l’imputato, difeso dall’avvocato Bonaventura Carrara, fu intercettato insieme ad Antonio La Femina: in auto c’era la Beretta calibro 7.65. , la pistola che aprì la strada ad entrambi per il processo. L’estraneità dimostrata in sede dibattimentale per Fedele si ricollega alla condanna già emessa con rito abbreviato a carico di La Femina, il quale fu invece riconosciuto colpevole con sentenza di primo grado.

Secondo la Procura Antimafia, con un filo investigativo portato avanti nell’ambito della maxi inchiesta Un’altra storia, Antonio La Femina aveva un problema da risolvere a Milano. Nel parlare con un'altra persona, vicina al gruppo Cuomo, gli fu indicato proprio il nocerino Fedele, ventottenne mandato per consumare una spedizione punitiva, secondo le informative dei Ros. L’arma fu trovata durante un controllo dei carabinieri, allertati in precedenza nel mezzo delle attività investigative per la maxi operazione, con l’arresto dei due e l’attuale condanna al termine del rito abbreviato, per La Femina, seguita dall’assoluzione ultima. Secondo le indagini dei Rosi, Fedele era l'uomo da affiancare a La Femina per risolvere quel problema in terra lombarda, legato alla gestione di un locale.  
© RIPRODUZIONE RISERVATA