Nuova ondata di sbarchi a Salerno
con i porti siciliani chiusi per il G7

Nuova ondata di sbarchi a Salerno con i porti siciliani chiusi per il G7
di Carmen Incisivo
Mercoledì 17 Maggio 2017, 08:00 - Ultimo agg. 08:03
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Salerno si prepara ad accogliere la nuova ondata di sbarchi di migranti che potrebbe essere determinata dalla chiusura dei porti siciliani in vista del G7 che si terrà a Taormina i prossimi 26 e 27 maggio. La notizia era nell’aria già da qualche giorno, fatta passare in sordina per evitare il dilagare di una psicosi che inevitabilmente viene generata dai temi legati all’immigrazione e all’accoglienza in un periodo particolarmente caldo anche da un punto di vista istituzionale sull’argomento. Una possibilità, quella di diventare il secondo porto coinvolto nei salvataggi in mare dopo quello di Reggio Calabria, accennato anche dal prefetto Salvatore Malfi lo scorso 9 maggio, nel corso del diciassettesimo sbarco al molo Manfredi. Da qui la necessità di collaudare una procedura che consentisse di liberare in fretta il porto e di gestire in un’area retro-portuale tutte le attività di identificazione, segnalamento e smaltimento delle persone che arriveranno in città. Resta infatti allestito l’hub della Croce rossa in via dei Carrari, pronto ad entrare nuovamente in funzione in caso di bisogno. 

Potrebbero dunque essere venti giorni molto intesi per la macchina dell’accoglienza salernitana che ha già dato prova di riuscire a gestire situazioni di grossa emergenza, oggi chiamata a una nuova e imponente sfida. Per queste ragioni tutti i soggetti coinvolti nelle attività di accoglienza, in queste ore stanno effettuando ricognizioni di uomini e materiali. Come la Caritas e altre associazioni di volontariato che stanno facendo scorta di abiti e beni di prima necessità in modo da farsi trovare pronti in caso di bisogno. Ciò che maggiormente preoccupa l’intera filiera è la sistemazione di eventuali minori non accompagnati. Attualmente il Comune di Salerno ne ha in carica circa 300. Tutti accolti in strutture provinciali e regionali. Comunità che, purtroppo, risultano essere sature. 
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