Il «sistema corruttivo del giudice»:
a gennaio il verdetto sul processo

Il «sistema corruttivo del giudice»: a gennaio il verdetto sul processo
di Nicola Sorrentino
Martedì 20 Novembre 2018, 19:20 - Ultimo agg. 19:52
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ROCCAPIEMONTE. Un presunto "sistema" corruttivo in grado di influenzare magistrati, politici e funzionari pubblici: l'11 gennaio si concluderà l'udienza preliminare in corso al tribunale di Napoli nei riguardi del giudice Mario Pagano e di altri 22 imputati. Il gup Fabio Provviser, durante la prima fase dell'udienza, ha stralciato alcuni capi d'imputazione contestati al magistrato, accusato di essere a capo di un sistema corruttivo, quando era giudice della sezione civile del tribunale di Salerno. In questo caso, Pagano è accusato di corruzione in atti giudiziari e corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio. Secondo le accuse della procura partenopea, avrebbe favorito una ditta in una causa, celebrandola. L'azienda, infatti, avrebbe progettato e installato a titolo gratuito degli impianti di climatizzazione in un agriturismo. Il giudice era debitore di quei lavori - sempre secondo le accuse - e avrebbe dunque dovuto astenersi. Questo per un'impresa di costruzioni considerata a lui riconducibile. 

Nell’impianto accusatorio la procura partenopea racconta una storia di tangenti mascherate da elargizione ad una squadra di calcio, la Rocchese, assunzioni, interventi in prima persona e favori, come il regalo di un rolex, in cambio di sentenze pilotate. L’accusa maggiore è quella di associazione a delinquere, poi una lunga lista di reati "contro" la pubblica amministrazione, come corruzione in atti giudiziari, abuso d’ufficio, rivelazione di segreto d’ufficio, millantato credito, traffico di influenze illecite, accesso abusivo a sistema informatico e truffa per il conseguimento di finanziamenti pubblici. Secondo i pm Ida Frongillo e Celeste Carrano, il giudice Pagano avrebbe garantito «esito favorevole nelle cause civili in cui erano coinvolti imprenditori ai quali era legato da consolidati rapporti di amicizia». Nella stessa inchiesta è indagato anche il fratello del magistrato, attuale sindaco di Roccapiemonte.
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