Il pacco bomba per l'avvocato
amato da tutti: volevano ucciderlo

Il pacco bomba per l'avvocato amato da tutti: volevano ucciderlo
di Petronilla Carillo
Martedì 19 Giugno 2018, 08:54 - Ultimo agg. 10:53
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Un boato, forte, anzi fortissimo, ha fatto tremare alle 8.15 di ieri mattina le basse case di via fratelli Rosselli in località Macchia di Montecorvino e sconvolto l’intero paese. Le urla di dolore di Giampiero Delli Bovi hanno invece squarciato il silenzio di una zona residenziale della tranquilla località dei Picentini dove la vita scorre in una assoluta normalità, sempre. È un passante a chiedere aiuto: «Correte, correte, hanno ferito Giampiero, l’avvocato», grida. Mentre una negoziante, che ha la cartoleria proprio difronte al civico 155, dove è esplosa la bomba, resta trincerata nel suo negozio sotto choc: è stata la prima ad affacciarsi, a vedere il fumo, a sentire le urla della vittima. 
La macchina dei soccorsi si è messa in moto in pochi minuti: quando il giovane avvocato di 29 anni è stato accompagnato d’urgenza in ospedale, prima a Battipaglia e poi a Salerno, neanche si era accorto di aver perso le mani nell’esplosione di un pacco bomba, indirizzato a lui, e raccolto sul cancelletto della sua abitazione.
Giampiero ieri mattina sarebbe dovuto andare al tribunale di Salerno per una causa civile. Era sceso nel cortile per spostare la sua auto quando ha visto il pacco. Si è avvicinato al cancello, lo ha preso, e rientrando nel portone lo ha aperto. È stato allora che c’è stata l’esplosione che lo ha colpito in pieno. Le sue mani si sono spappolate a causa della deflagrazione, mentre vetri e cancellate sono saltate per aria. Quando è giunto al pronto soccorso del San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, i medici lo hanno immediatamente medicato e portato in Rianimazione per evitare che perdesse troppo sangue. Qui lo hanno visitato, si sono accertati che non aveva alcun tipo di lesione interna e lo hanno portato di corsa in sala operatoria di Ortopedia - l’intervento è durato fino alle 16 - dove gli è stata pulita la mano sinistra, ormai monca, e si è cercato di salvargli il metacarpo di quella destra per meglio posizionare una futura protesi. Gli investigatori che lavorano al caso hanno al momento un’unica certezza: chi ha confezionato quell’ordigno voleva far del male a Giampiero, forse addirittura ucciderlo. 
LE INDAGINI 
I carabinieri della sezione scientifica del comando provinciale di Salerno per tutta la mattinata hanno lavorato dinanzi al portone di casa sua per recuperare pezzi di cartone e altri elementi che possano essere utili a capire di cosa fosse fatta quella bomba. Tutto ciò mentre i colleghi della compagnia di Battipaglia, agli ordini del maggiore Erich Fasolino, hanno sentito parenti, amici, vicini di casa e anche il neo sindaco Martino D’Onofrio, eletto da una settimana, e suo fraterno amico. Giampiero lo aveva sostenuto e aiutato in campagna, amico e collega di studio, con lui il 29enne aveva avviato i suoi primi passi da avvocato. E così, in primo momento, si è pensato subito che dietro l’attentato, inspiegabile, potessero esserci motivi politici. Dinanzi al portone dei Delli Bovi per tutta la mattinata di ieri, tra conoscenti e semplici curiosi, si sono rincorse le voci più strane ma i carabinieri hanno smentito tutto ritenendo che, al momento, nessuna ipotesi possa essere esclusa. Sul posto è giunto anche il comandante provinciale, il colonnello Antonino Neosi, per verificare di persona quanto accaduto. I militari dell’Arma attendono il via libera dei medici per poter parlare con la vittima e cercare di capire cosa possa esserci dietro. Tra qualche giorno, probabilmente, perché Giampiero è ira in coma farmacologico. 
LA VITTIMA 
Non c’è una macchia nella vita di Giampiero, amico di tutti, sempre disponibile, impegnato socialmente. Anche i suoi genitori, prima davanti alla porta della Rianimazione e poi a quella della sala operatoria, parlando con amici e medici, per tutta la giornata, hanno detto come una litania sempre la stessa cosa: «Ma chi può aver fatto una cosa del genere? E perché? È ben voluto da tutti».

Il governatore De Luca ieri è andato a trovarlo in ospedale definendo quanto accaduto: «un atto di barbarie, di violenza inaudita». E ancora: «Un ordigno costruito per uccidere. E se il pacco bomba fosse stato aperto all’interno dell’appartamento, avremmo avuto conseguenza terribili, una tragedia inimmaginabile». 

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