Racket e politica, il gip: Anastasio,
inquietante spregiudicatezza

Racket e politica, il gip: Anastasio, inquietante spregiudicatezza
di Angela Trocini
Venerdì 24 Febbraio 2017, 08:00
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Iisalto di qualità, che i fratelli Enrico e Sergio Bisogni e Francesco Mogavero volevano compiere, era fondamentale. Solo così avrebbero potuto continuare ad imporre il loro volere sulle principali attività economiche e commerciali sul territorio. E non solo. Il salto di qualità, in corso di perfezionamento fino a luglio 2016 (quando ci sono stati i primi arresti), era rappresentato proprio dal tentativo di infiltrazione del gruppo nella formazione della volontà politica del Comune di Pontecagnano.

E proprio il calibro criminale di Mogavero ha favorito il suo contatto con il consigliere di opposizione Antonio Anastasio (a dimostrazione di ciò, nella misura cautelare, si fa riferimento ad intercettazioni che dimostrerebbero come - tramite un certo Catello - il Mogavero e l’Anastasio sarebbero entrati in contatto anche per favorire imprese che potevano essere inserite nella galassia del gruppo criminale) affidando a Mogavero il compito di indurre Luigi Bellino (consigliere di maggioranza) a far sciogliere l’amministrazione comunale di Pontecagnano. L’interesse era di entrambi gli indagati, come ha scritto il gip Pietro Indinnimeo nell’ordinanza cautelare, «Mogavero aveva interesse, per il suo gruppo, ad una testa di ponte all’interno dell’amministrazione comunale (rappresentata evidentemente dall’Anastasio) e lo stesso Antonio Anastasio aveva interesse alla caduta della giunta proprio sull’approvazione del bilancio di rendiconto e di previsione per rilanciare le sue ambizioni personali pur nella consapevolezza di consegnare il Comune alla criminalità organizzata». Nel tratteggiare il comportamento di Antonio Anastasio, il gip parla «di un’inquietante spregiudicatezza di azione finalizzata ad ottenere la possibilità di diventare consigliere di maggioranza e, con alta probabilità, di candidarsi poi a sindaco di Pontecagnano. E, pur di ottenere tali successi, l’attuale consigliere di opposizione non avrebbe esitato a rivolgersi a soggetti inseriti in contesti delinquenziali radicati sul territorio».

A parere del pm Colamonici, condiviso anche dal gip, Anastasio sarebbe il mandante delle minacce al consigliere Bellino (fatte in due diverse occasioni) fino alla «ronda organizzata davanti alla sede comunale per intimidire ulteriormente i componenti della parte politica avversa». Gli esiti delle intercettazioni telefoniche, secondo l’impianto accusatorio della procura salernitana, evidenzierebbero «contati con soggetti vicini a Mogavero e finalizzati ad illegittimi ed inaccettabili favoritismi anche in terminini di concorrenza».
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