Fos di Battipaglia, il tempo stringe: «L’azienda mantenga gli impegni assunti»

L’annuncio di chiusura rende necessaria una soluzione veloce. Francese e i sindacati chiedono un tavolo a Prefettura e Regione

Una protesta dei lavoratori Fos
Una protesta dei lavoratori Fos
Venerdì 19 Aprile 2024, 07:00
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Non si arrendono i lavoratori della Fos di Battipaglia che, dopo aver appreso dell’imminente chiusura dello stabilimento battipagliese - fissata, macabra ironia della sorte, al prossimo 30 aprile, esattamente un giorno prima della Festa del lavoro - sono ancora più determinati di prima nell’inchiodare l’azienda alle proprie responsabilità. Quelle che la multinazionale sembrava aver assunto al Ministero delle imprese e del Made in Italy quando furono accennate due possibili exit strategy dalla vertenza che rischia di veder scomparire, in un solo colpo, una grande eccellenza produttiva dal suolo italiano e 300 posti di lavoro di manodopera altamente specializzata. Da una parte la possibilità di vendere lo stabilimento a un operatore del settore - di cui molto si sta ancora parlando ma la cui concretezza è ancora tutta da verificare - e dall’altra la ricollocazione dell’intera forza lavoro in altri stabilimenti del settore. Dopo mesi di interlocuzioni, anche formali, e proteste accese non si vede traccia degli esiti di nessuna delle due strategie per evitare il disastro economico e sociale.

È nuovamente la sindaca di Battipaglia, Cecilia Francese, ad attirare l’attenzione sulla vertenza nella quale non è mai mancato l’appoggio di molti primi cittadini e rappresentanti istituzionali del comprensorio. Francese torna, infatti, a scrivere al prefetto Francesco Esposito chiedendo una nuova riunione istituzionale. Nel pomeriggio anche Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno inoltrato richiesta di attivazione di un tavolo alla Regione Campania «utile all’individuazione delle azioni utili a garantire un sostegno al reddito dei lavoratori Prysmian Fos in cassa integrazione». «Prismyan deve mantenere gli impegni - afferma Mimmo Zottoli nella triplice veste di consigliere comunale, lavoratore e rappresentante sindacale della Cisl - la sensazione è che siano stati fatti passi indietro, senza dare realmente corso alla delineazione di un percorso di soluzione. Noi lavoratori siamo pronti a nuove forme di protesta, chiederemo alle istituzioni di accompagnarci a pretendere dall’azienda risposte chiare e tempi certi».

Il riferimento corre alla possibile ricollocazione del personale su cui, in queste settimane, qualcosa si era mosso «senza che si creassero le condizioni - ricorda Zottoli - per finalizzare l’operazione».

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Erano stati messi a disposizione 10 posti di lavoro a Caserta e 40 a Napoli «ma - conclude Zottoli - se non si chiudono accordi con l’azienda per capire quali sono i parametri da adottare, quali gli inquadramenti e le mansioni, restano chiacchiere. Noi, invece, vogliamo parlare di lavoro».

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