Chiesto il processo
per gli eredi Fedullo
Cade accusa di frode processuale

Chiesto il processo per gli eredi Fedullo Cade accusa di frode processuale
di Petronilla Carillo
Sabato 15 Luglio 2017, 12:20 - Ultimo agg. 12:48
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SALERNO - È stata fissata per la fine del mese di settembre l’udienza preliminare a carico dei figli e della moglie dell’ex presidente del Tar Salerno Alessandro Fedullo e di altre persone accusate, avario titolo, di tentativo di abuso d’ufficio e di falso. Nella richiesta di rinvio a giudizio presentata dal sostituto procuratore Maria Chiara Minerva è stata però esclusa la contestazione di frode processuale avanzata in fase di indagini preliminari. Dovranno dunque presentarsi dinanzi al gip del tribunale di Salerno la moglie del presidente defunto e cremato, Giuliana De Bellis; i loro due figli, Ezio ed Ester; una impiegata del Comune di Pontecagnano Faiano, Filomena Vitale e un medico, Vito Palumbo. Questi ultimi tre sono accusati di falso, gli altri di tentato abuso d’ufficio. 

La vicenda risale al periodo compreso tra il 29 marzo e il 10 aprile del 2013. Secondo il sostituto procuratore gli indagati «al fine di trarre in inganno il giudice, alteravano artificiosamente lo stato delle cose e delle persone autorizzando, ed eseguendo, l’esumazione e la cremazione della salma di Fedullo per evitare il prelievo di campioni biologici e impedire così, ai consulenti tecnici d’ufficio, di portare a termine tutti gli accertamenti utili per la comparazione del Dna della minore con quello di Alessandro Fedullo». In quel periodo era in itinere una causa per il riconoscimento della paternità presso il tribunale dei Minori. In particolare, secondo l’accusa, fu Giuliana De Bellis, la vedova Fedullo, ha mettere in moto il meccanismo di frode inoltrando al Comune di Pisciotta una richiesta per il trasferimento della salma del marito a Pontecagnano Faiano, attestando che il marito sarebbe stato tumulato in una cappella di proprietà di Filomena Vitale che, secondo quanto dichiarato, era una pronipote del presidente. Ma, secondo la Procura, questo legame di sangue non c’è. La Vitale, contestualmente alla richiesta della vedova, inoltrò anche lei una richiesta di tumulazione per la salma di Fedullo. Essendo lei stessa impiegata comunale, nessuno si formalizzò più di tanto a effettuare le verifiche del caso. Il medico certificò che la procedura era stata eseguite regolarmente. In effetti non fu mai conservato un campione biologico come previsto dalla legge.
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