I farmaci del «dottor morte»:
«Li distribuiva a colleghi e amici»

I farmaci del «dottor morte»: «Li distribuiva a colleghi e amici»
di Viviana De Vita
Lunedì 22 Ottobre 2018, 06:35 - Ultimo agg. 13:08
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«Mo mando un whatsapp ai colleghi che se li tengono me li portano». È un’intercettazione tra il dottore Alessandro Marra e un altro medico dell’hospice, a documentare la gestione scellerata dei farmaci da parte del medico finito agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta che ha acceso i riflettori sull’hospice “Il giardino dei girasoli” di Eboli facendo finire sul registro degli indagati 17 persone accusate, a vario titolo, di truffa e peculato di medicinali. 

Le intercettazioni confluite nel fascicolo dell’inchiesta e sulle quali si fondano le accuse di peculato di medicinali e cessione illecita di stupefacenti, dimostrano proprio la consuetudine del medico, accusato di avere ucciso un giovane malato terminale con un’iniezione di Midazolan, farmaco detenuto illecitamente, di utilizzare e gestire i medicinali dell’hospice come fossero i suoi «cedendoli a terzi - pazienti, amici, colleghi - al di fuori di ogni procedura legale ed appropriandosi di quelli che i pazienti avrebbero dovuto riconsegnare alla struttura». 

Decine le intercettazioni che mostrano la consuetudine, consolidata, da parte del dottor Marra di distribuire garze, sacche nutrizionali, integratori, materiale e medicinali ospedalieri a chiunque ne facesse richiesta, consigliando - nel caso non ne avesse disponibilità immediata - anche di temporeggiare qualche giorno in attesa che lui potesse avere il tempo di procurarglieli. «Vedi un attimino - recita una delle intercettazioni tra il dottore Marra ed il collega a cui chiede di reperirgli alcuni medicinali - perché questi stanno spendendo un sacco di soldi sti cristiani».
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