Depurazione, rischio stop nella Piana del Sele: lavoratori sul piede di guerra

Depurazione, rischio stop nella Piana del Sele: lavoratori sul piede di guerra
di Marco Di Bello
Giovedì 12 Ottobre 2017, 11:40
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Si inaspriscono ancora di più i toni della protesta dei lavoratori del Consorzio gestione e servizi. Dopo la richiesta di un incontro con il Consorzio Asi, proprietario di Cgs, nella giornata di ieri si è tenuta una nuova assemblea dei lavoratori. In caso di mancato incontro, i lavoratori promettono di bloccare gli impianti di depurazione.

«I lavoratori preoccupati del futuro occupazione che appare oggi gravemente a rischio – scrive l’assemblea dei lavoratori – hanno dato mandato alle organizzazioni sindacali di richiedere incontri». Nei mesi scorsi, infatti, i lavoratori sono stati nuovamente sottoposti ai contratti di solidarietà per risollevare le sorti del consorzio, che gestisce gli impianti di depurazione dei reflui industriali. Come se non bastasse, negli ultimi giorni è giunta ai lavoratori la notizia della riorganizzazione della forza lavoro. Un piano che prevede lo spostamento presso gli impianti più remoti del consorzio, con ulteriore aggravio di spese per gli operatori, già penalizzati dalla solidarietà.

«L’assemblea ha ribadito che la eventuale modifica dell’organizzazione del lavoro non risolve i problemi strutturali che da anni affliggono il Consorzio. L’assemblea – proseguono – ha infine dato mandato, in assenza di risposte rapide e certe, di predisporre ulteriori azioni di lotta fino alla proclamazione dello sciopero, con il blocco degli impianti». Una condizione che potrebbe portare alla paralisi della zona industriale di Battipaglia, Buccino e, più in generale, all’intera Piana del Sele. «Le rassicurazioni sul mantenimento dei livelli occupazionali ci preoccupano - spiega Angelo Rispoli, della Fiadel - Mancano uomini, mezzi e attrezzature nell’area del cratere. I lavoratori, in assenza di risposte rapide e certe, hanno dato carta bianca ai sindacati di predisporre ulteriori azioni di lotta fino alla proclamazione dello sciopero, con il blocco degli impianti».
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