Crescent, De Luca in tribunale:
«Rivendico con orgoglio il lavoro»

Crescent, De Luca in tribunale: «Rivendico con orgoglio il lavoro»
di Petronilla Carillo
Venerdì 20 Luglio 2018, 10:57 - Ultimo agg. 21 Luglio, 07:27
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«Non c'è nessun accordo collusivo tra la parte imprenditoriale e quella politica». Lo ha detto il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, intervenuto in tribunale a Salerno per rendere dichiarazioni spontanee nell'ambito del processo Crescent nel quale l'ex sindaco di Salerno è imputato per falso ideologico, abuso d'ufficio e reati urbanistici.

«Quali sono questi elementi che possano far pensare a qualche illiceità», ha proseguito De Luca nel corso di un intervento durato circa 50 minuti. «La fretta, l'istigazione e una sponsorizzazione in favore della Salernitana avvenuta un anno dopo l'acquisizione dei diritti edificatori da parte di Rainone. La Salernitana era in difficoltà e poi sarebbe fallita. Il sindaco fa appello a tutti gli imprenditori affinché diano una mano per fare i playoff. L'accusa recepisce questo. Che un anno dopo l'aggiudica dei diritti edificatori, Rainone per un atto di gratitudine verso il sindaco fa la sponsorizzazione alla Salernitana. E come si arriva a questo riscontro? Perché Citarella, proprietario della Nocerina, polemizza con Rainone chiedendo “perché non mi fai una sponsorizzazione più consistente”. E lui spiega che aveva già aiutato la Salernitana. Signor presidente, vorrei sapere di cosa deve rispondere il sindaco? Del reato di tifoseria?».

De Luca ha anche richiamato la sentenza della Corte di Cassazione che ha condannato il Comune di Salerno a restituire 6 milioni di euro a Rainone per oneri di urbanizzazione non dovuti. «Altro che vantaggio, c'è stata una posizione vessatoria».

E ancora, ha attaccato in aula il governatore, «volendo forzare la realtà si è arrivati a dei paradossi. Siamo di fronte a forzature. La manovra urbanistica aveva l'unico obiettivo di riqualificare un'area degradata di Salerno. Mi colpisce che in questo procedimento non c'è nessun riferimento allo stato in cui versava quell'area. Noi volevamo modificarla. La tesi dell'accusa, invece, è che dieci anni di anni di manovre urbanistiche avevano come obiettivo essenziale, se non unico, quello di apportare un ingiusto vantaggio a un imprenditore».

Il governatore della Campania ha spiegato di avere «pieno rispetto per l'azione di controllo della legalità, a condizione che le ipotesi accusatorie in questa sede lascino il campo ai fatti, a dati di fatto oggettivi». Secondo l'ex sindaco nel procedimento «spesso sono state sovrapposte competenze tra parte politica e parte tecnica». De Luca, inoltre, ha rivendicato il lavoro effettuato alla guida dell'amministrazione comunale di Salerno. «Abbiamo fatto - ha proseguito il presidente della Regione Campania - un lavoro immane di trasformazione della città. Abbiamo cambiato il volto di Salerno che è diventata un modello di trasformazione urbana e di rigore spartano. Rivendico con orgoglio il lavoro fatto in un contesto di assoluta trasparenza».

L'ex sindaco ha ripercorso le varie tappe che hanno portato alla progettazione dell'opera, rispondendo punto per punto alle accuse che gli vengono contestate. «La presenza di abitazioni all'interno del Crescent è stata voluta da Bofill per evitare l'effetto Eur o centro direzionale di Napoli. L'esigenza pubblica era avere lì le famiglie». Poi, parlando della sdemanializzazione dell'area di Santa Teresa, De Luca ha ricordato di aver «inviato una lettera, preparata dall'ufficio Demanio, per chiedere il trasferimento al Comune dell'area. Potrei fermarmi qui perché ci troviamo di fronte a valutazioni di carattere esclusivamente tecnico». In merito alle autorizzazioni paesaggistiche il presidente della giunta regionale ha evidenziato come il «Pua di Santa Teresa è rimasto pubblicato per due mesi ma nessuno ha fatto osservazioni. La lettera della Sovrintendenza con cui si chiedeva l'attivazione del comitato tecnico scientifico ministeriale è arrivata 20 giorni dopo la scadenza dei termini. Di cosa dovremmo rispondere?». «L'accusa - ha continuato De Luca - mi rivolge l'addebito d'istigazione per far decorrere i termini del silenzio assenso. Faccio fatica a immaginare come avrei potuto istigare qualcuno. La verità è che la Sovrintendenza ha operato nel modo in cui ha ritenuto di fare».

In merito alla tempistica contestata dalla Procura, De Luca ha detto: «Questo è il modo di agire dell'amministrazione comunale di Salerno. Non perdere nemmeno un minuto, ma è un metodo di lavoro. E menomale che siamo andati di fretta, visto che sono trascorsi dieci anni». L'ex sindaco si è difeso anche sulla questione relativa all'asta per l'acquisizione dei diritti edificatori. «Come si può immaginare - ha concluso De Luca - che tre anni prima potevamo sapere quale sarebbe stato l'imprenditore che si sarebbe aggiudicato i diritti edificatori. Una vicenda talmente intricata che è stata risolta dal Consiglio di Stato. Come si fa a sostenere che l'asta sia stata preconfezionata?». 
 

 

Il processo Crescent, dopo l'udienza di oggi, si avvia verso la conclusione. A settembre sono in programma le controrepliche, dopodiché è prevista la sentenza. Era il 2013 quando scattarono i sigilli al cantiere. De Luca riceve l'avviso di garanzia assieme ai componenti della sua giunta. In totale gli indagati sono trenta e i capi di imputazione variano da abuso d'ufficio, a falso a reati urbanistici. Tra le contestazioni all'allora sindaco quello di aver «forzato» la modifica del pua. Un anno dopo arriva il rinvio a giudizio e inizia il processo che è andato avanti con lo stesso collegio nonostante il trasferimento del presidente Vincenzo Siano da Salerno a Roma.

Il processo è andato avanti regolarmente nonostante alcune vicissitudini legate ai cambi di giudizi e alle lunghe perizie tecniche. Quella di oggi potrebbe essere l'ultima udienza, necessaria per completare le discussioni delle difese, e il 7 settembre dovrebbe uscire la sentenza.

Le richieste di pena più pesanti sono state proprio per il governatore della Campania, a processo per reati commessi durante il suo mandato di sindaco di Salerno (due anni e dieci mesi), quindi per gli imprenditori Eugenio Rainone e Rocco Chechile (due anni e sei mesi per ciascuno dei due).
Nove mesi per i componenti dell'allora giunta De Luca (Eva Avossa, Gerardo Calabrese, Luca Cascone, Luciano Conforti, Domenico De Maio, Augusto De Pascale, Ermanno Guerra, Aniello Fiore, Vincenzo Maraio, Francesco Picarone); un anno e sei mesi per l'ex soprintendente Giuseppe Zampino; un anno ed un mese per il dirigente comunale Lorenzo Criscuolo; un anno e sei mesi per il tecnico Davide Pelosio; un anno e due mesi per Matteo Basile (funzionario comunale), Annamaria Affanni e Giovanni Villani (della Soprintendenza di Salerno); un anno per il tecnico comunale Nicola Gentile e un anno e quattro mesi per la collega architetto Bianca De Roberto; un anno e dieci mesi per l'amministratore della Sist Maurizio Dattilo.

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