Nocera Inferiore, il ministro Nordio: «Dannatamente critica la situazionedel tribunale,
direi unica in Italia»

La presidente della Corte d’Appello di Salerno, Crespi: «Occorre rivedere tutta la geografia giudiziaria»

Il guardasigilli Carlo Nordio
Il guardasigilli Carlo Nordio
di Petronilla Carillo
Venerdì 17 Maggio 2024, 06:15 - Ultimo agg. 12:38
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«Le criticità che ho riscontrato qui a Nocera sono uniche. Non ho mai visto nulla di simile in altri uffici giudiziari. In genere viene lamentata la scopertura degli organici, cioè la presenza di un organico teoricamente adeguato ma purtroppo scoperto. Una buona parte degli uffici italiani hanno queste scoperture, che vanno dal 10, al 20, addirittura al 30%. Qui, invece, la situazione è drammatica perché non si lamenta la scopertura, ma si lamenta il fatto che la pianta organica sia inadeguata. Mentre coprire posti in organico - benché sia una procedura complessa - è relativamente facile, aumentare la pianta organica è dannatamente complicato, prima di tutto per le risorse finanziarie».

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha ascoltato con grande attenzione le richieste dei «colleghi» magistrati e dell’avvocatura nocerina ma, sul tavolo, aveva una serie di cartelline contenenti tabelle, relazioni, richieste. Insomma, il ministro è arrivato a Nocera preparato. Ad introdurre la situazione della giustizia sul territorio, il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli che si è rivolto al ministro con grande familiarità, dandogli il «tu». «Il bacino di utenza - ha rimarcato Cirielli - è di 400mila abitanti, i magistrati in servizio soltanto 33. Ho sempre sostenuto che se fossi stato al Governo avrei fatto qualcosa per questo territorio, ora è arrivato il momento di agire.

Per dieci anni si sono fatte solo passerelle, manifestazioni da parte di amministratori e parlamentari della maggioranza di governo e non si è fatto nulla». Presenti anche i parlamentari FdI Antonio Iannone ed Imma Vietri.

Carlo Nordio si è posto alla platea di avvocati, magistrati, Istituzioni e forse dell’ordine da magistrato più che da ministro, rimarcando anche come «entrare in quest’aula di tribunale mi ha emozionato soprattutto perché siedo al tavolo della presidenza ed io non sono mai stato presidente». Però, aneddoti personali a parte, il ministro della Giustizia ha rimarcato come «la mia porta è sempre aperta per tutti voi, per cercare insieme delle soluzioni ai problemi. Se non si hanno retropensieri ideologici, ed io non ne ho, possiamo lavorare insieme». Di qui la prima risposta: «devo studiare un piano per poter sopperire alle esigenze di organico di questo tribunale anche se sono consapevole che, quando andrò dal collega del ministero delle Finanze, mi risponderà che non ci sono risorse. Il problema finora è stato questo nel settore Giustizia: il rapporto costi-obiettivi. I costi restano sempre gli stessi ma gli obiettivi aumentano. Le risorse destinate alla giustizia - ha detto ancora il ministro - sono sempre state dannatamente limitate, per varie ragioni. Sono sempre state insufficienti. Lo sono in termini di finanziamenti, in termini di edilizia giudiziaria e penitenziaria, lo sono in termini di numeri di personale amministrativo e di magistrati».

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Il ministro ha anche rassicurato che «In due anni, entro il 2026 colmeremo gli organici della magistratura, con l'assunzione di 1.900 magistrati: sono tanti e non è mai accaduto e si potrebbe pensare di aggregare qualche magistrato extradistrettuale per aiutare i colleghi nocerini a smaltire gli arretrati. Dai numeri che vedo siete degli uffici virtuosi, vista la situazione, e non potete essere penalizzati per questo». Nordio ha anche accolto la richiesta del presidente del tribunale, Massimo Palumbo, di seguire la pratica per l’affido al ministero da parte del Comune dell’edificio ex lavanderia che potrebbe diventare nuova palazzina giudiziaria. «L’amministrazione ce la concede - ha ribadito Palumbo - a patto che il ministero provveda alla ristrutturazione». Su questo punto Nordio è stato chiaro. «Dobbiamo snellire le procedure amministrative, anche su questo dobbiamo lavorare».

Sono state tutte sulla stessa lunghezza d’onda, quella del presidente Palumbo, della presidente della Corte d’Appello Mariella Crespi, del procuratore generale Taddeo: considerare che il tribunale fin dalla sua costituzione nel 1993 ha ereditato gli arretrati di Salerno con il trasferimento dei fascicoli ma non del personale. La Taddeo, in particolare, ha rimarcato le ulteriori difficoltà che nasceranno con l’avvio del tribunale distrettuale della famiglia, il prossimo ottobre, e ha richiesto una rivisitazione della geografia giudiziaria.

Il procuratore Antonio Centore ha invece puntato l’indice anche sulla carenza di magistrati inquirenti: «molti dei miei sostituti vengono aggregati alla Dda di Salerno per seguire indagini che nascono qui a Nocera e questo comporta un ulteriori dispendio di lavoro che non sottraggono alla procura ma alla loro vita privata. Questo genera stress e difficoltà organizzative».

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