Bufera sul tribunale il giallo del Rolex comprato a Novara

Bufera sul tribunale il giallo del Rolex comprato a Novara
di Leandro Del Gaudio
Lunedì 11 Dicembre 2017, 11:59
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È stato comprato a Novara tre anni fa, ed è costato circa settemila euro. Parte da qui l'inchiesta sul presunto comitato d'affari che rutoa attorno alla figura del magistrato Mario Pagano. Una vicenda complessa, fino a questo momento legata a intercettazioni telefoniche, oggi alla prese con la verifica di documenti acquisiti nel corso del blitz di due giorni fa. Sequestrato il cellulare del giudice, ma anche materiale informatico ricavato dal computer e da altri supporti riconducibili all'attività lavorativa e associativa del magistrato. Un nome di peso, qui nel Salernitano: ex presidente di sezione nel Tribunale civile, prima di passare a Potenza, ma anche esponente di spicco di Mi (la corrente di magistratura attestata su posizioni di «destra»), oltre ad essere impegnato nel volontariato, Pagano era tra i nomi più conosciuti nel secondo distretto di corte di appello della regione. Lunedì mattina, di fronte al blitz nella sua casa di Roccapiemonte, non ha fatto verbalizzare alcuna dichiarazione, pur mostrandosi sopreso per quanto si stava verificando nella sua abitazione. Si è trovato a tu per tu con i magistrati napoletani (competenti per le indagini che coinvolgono i magistrati salernitani), ha mostrato piena collaborazione al cospetto del pool guidato dal procuratore aggiunto Alfonso D'Avino e dai pm Celeste Carrano e Ida Frongillo. Un blitz di alcune ore nel corso del quale, sono stati sequestrati quattro lussuosi orologi (tre Rolex e un Breguet) e una cartellina con scritto «posti di lavoro». Al momento l'interesse investigativo è concentrato su un Rolex in particolare, che sarebbe stato acquistato a Novara almeno tre anni fa. Obiettivo è capire la provenienza dell'oggetto, sulla scorta di quanto emerso nel corso delle intercettazioni ricavate due anni fa nel corso di un altro fascicolo, quando viene captata la voce dell'avvocato Roberto Lambiase. Originario di Nocera Inferiore, residente a Roccapiemonte, Lambiase è un personaggio chiave in questa vicenda.

 

È indagato per un'ipotesi di corruzione in atti giudiziari in concorso con Pagano, proprio per il presunto omaggio di un Rolex al giudice, in cambio di un favore processuale. Siamo nel 2014, quando al telefono con un altro soggetto, Lambiase sostiene di aver corrotto Pagano con un orologio. Avrebbe ottenuto il rinvio di un processo a carico della Compost Campania (società di cui era procuratore speciale) da un anno all'altro, ma anche il rigetto della richiesta di anticipazione fatta dai legali della controparte, vale a dire della Sorieco srl. Quanto basta a mettere a segno un blitz a sopresa, nel corso del quale spunta un Rolex. Ora tocca alla Procura dimostrare la provenienza dell'orologio, ricostruire il tracciato del bene e verificare eventuali anomalie. Ma sono altri gli spunti tutti da mettere a fuoco, a partire dal materiale «giudiziario» in possesso di Pagano, sia nella sua abitazione, sia nel suo ufficio nella commissione tributaria di Salerno. Inchiesta che vede coinvolti anche altri soggetti. Sono dieci gli indagati, tra questi anche il giudice onorario Augusta Villani, ma anche alcuni avvocati che vengono indicati come presunti esponenti della stessa presunta trama di influenze illecite. Tra questi spicca anche il nome di Nicola Montone, cancelliere nel Tribunale civile ma anche cognato di Pagano. Accertamenti in corso da parte della Mobile napoletana del primo dirigente Fausto Lamparelli e della Polizia Tributaria del colonnello Giovanni Salerno. Sono almeno tre i procedimenti giudiziari ritenuti sospetti o comunque degni di attenzione. Quello legato al contenzioso tra la Compost Campania e Sorieco, ma anche un processo dinanzi al giudice di pace Davide Palladino, in servizio al Tribunale civile di Nocera Inferiore, nel corso del quale sarebbero stati favoriti gli avvocati Michele e Gerarda Torino. Poi c'è un caso ritenuto sospetto dinanzi alla commissione tributaria di Salerno e altri spunti tutti da mettere a fuoco. Vicende che vanno raccontate a partire da una premessa: tutte le persone coinvolte potranno raccontare la propria versione, in uno scenario in cui un decreto di perquisizione va considerato come mezzo di ricerca della prova e non come una sentenza definitiva. Vicende che ora attendono altri passaggi istruttori, a partire da probabili interrogatori delle persone coinvolte, a partire dall'avvocato Lambiase, l'uomo del presunto regalo confessato al telefono in una conversazione intercettata.© RIPRODUZIONE RISERVATA