«Truffa per i finanziamenti pubblici», assolto l'imprenditore Fabio Borrelli

«Truffa per i finanziamenti pubblici», assolto l'imprenditore Fabio Borrelli
Giovedì 23 Novembre 2017, 19:01
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L'imprenditore Fabio Borrelli è stato assolto dal Tribunale di Nocera Inferiore, con la formula «perché il fatto non sussiste» dall'accusa di associazione a delinquere e altri reati «pur in pendenza della oramai maturata prescrizione di tutti i reati». Un'associazione, secondo l'accusa, finalizzata a truffe per ottenere finanziamenti pubblici. Lo rendono noto i legali dell'imprenditore, gli avvocati Virginio Marino e Vincenzo Di Vaio. «Solo per un capo d'imputazione (su nove contestati) - sottolineano i penalisti - è stata dichiarata la prescrizione, per una società di fatto estranea al gruppo Borrelli».

Borrelli fu arrestato otto anni fa nell'ambito dell'inchiesta che diede vita al processo conclusosi con la sentenza assolutoria. Borrelli, - si legge nella nota dei legali - era un imprenditore ed erede del noto marchio Luigi Borrelli, con un gruppo di aziende che rappresentavano un brand leader nel total look, con un fatturato pari a circa 25 milioni annui, e con negozi monomarca in tutto il mondo. «Successivamente agli arresti ed ai sequestri degli opifici, le aziende entrarono in crisi con il mondo creditizio sino ad arrivare al licenziamento di oltre 300 dipendenti e alla interruzione di un indotto che occupava altre 600 persone. Le società riconducibili al gruppo Borrelli, fallite nelle more del giudizio, - hanno affermato gli avvocati - sono state assolte ai sensi del D. Lgs. 231/01 in tal modo riconoscendosi la totale assenza di responsabilità anche delle persone giuridiche. I finanziamenti pubblici, pari a svariate decine di milioni di euro, sono stati interamente revocati, mentre alla luce della sentenza, di cui si attendono le motivazioni, potrebbero ritenersi del tutto legittimi.

«Una pagina giudiziaria - ha detto Borrelli - che mostra le storture del nostro sistema processuale, che, pur a fronte dell'eccellente lavoro dei giudici del dibattimento, rende tardiva giustizia, quando purtroppo le aziende non esistono più«.
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