Accusato per la seconda volta di stalking, caporale dell'Esercito sceglie il rito abbreviato

Accusato per la seconda volta di stalking, caporale dell'Esercito sceglie il rito abbreviato
di Nicola Sorrentino
Domenica 12 Novembre 2017, 15:00
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SARNO. Ha scelto l'abbreviato il caporal maggiore - sospeso dall'esercito - accusato di stalking nei confronti di un'assistene sociale di San Valentino Torio. Dopo la richiesta di giudizio immediato della Procura di Nocera Inferiore, il giudice ha fissato al 7 dicembre la data per la decisione. L'imputato è un uomo di Sarno, di 41 anni, finito in carcere per ben due volte per stalking, reato commesso in due periodi ben distinti. La stessa accusa che lo aveva portato ad una condanna nel 2015. Le prove per il sostituto procuratore Roberto Lenza erano state ritenute evidenti e chiare, anche in considerazione dell’identità della vittima, la stessa del passato.

Dopo averla perseguitata per anni, accusandola di voler favorire la moglie piuttosto che lui in una pratica di separazione, il militare sarebbe tornato all’attacco. Subito dopo aver scontato la sua pena tra carcere e domiciliari. I fatti risalgono al maggio 2017: il militare avrebbe prima minacciato di morte la donna più volte, con frasi del tipo «ti taglio la testa», mimando il gesto del dito sotto la gola. Poi l’avrebbe pedinata nei luoghi che frequentava, provando anche a sputarla addosso per due volte, in segno di disprezzo. E tentando, in un’occasione, di entrare nella sua auto.

Le indagini dei carabinieri avevano accertato, così come in tempi più recenti, le manie di persecuzione del caporal maggiore, tra telefonate minatorie ed insulti, fino all’invio dal carcere di lettere dove raccontava di desiderare quella donna sessualmente ma nello stesso momento, le augurava anche di morire. Ripiombata nella paura e in uno stato di forte ansia, la donna tornò a distanza di qualche anno nuovamente dai carabinieri per denunciare il 41enne. L'uomo fu arrestato dopo poco. Ora sarà giudicato per le stesse accuse di qualche anno fa, che gli costarono una condanna in primo e secondo grado.    
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