Felici e confusi
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Quelli che godono nell’autoflagellarsi, quelli che emanano incenso nell’autoassolversi. Quelli che Napoli è un inferno in terra, quelli che Napoli è un apostrofo rosa tra il paradiso e il mare. Quelli che «la felicità non si misura» e quelli che «le strade scassate e il disastro del trasporto pubblico si misurano eccome». A questo servono le classifiche della qualità della vita: a farci precipitare, ogni anno, nell’oceano-stagno dei luoghi comuni. Non ci accoderemo alla folta schiera di quanti si chiudono a catenaccio ogni qualvolta si parli di Napoli senza decantarne le lodi (terzultimi? Ma come è possibile: siamo così felici...). Tra l’altro la felicità un tanto al chilo non ci ha mai convinto. Andrebbero messe da parte - classifiche o non classifiche - le letture ossessive e monotematiche. Sappiamo bene, percorrendo ogni centimetro quadrato della città da quando siamo nati, che il giacimento d’arte e cultura nel quale siamo immersi si poggia su una faglia fragilissima. Di Napoli vanno raccontate le luci e le ombre, senza usare il totem della bellezza per nasconderne i disastri, i crimini, le ingiustizie e gli sfinimenti.
Dal biliardino all'oblio
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A proposito di qualità della vita.
La bellezza che avevo nel cuore
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Uno di noi, napoletano per sempre. Luciano Spalletti incassa la cittadinanza onoraria e confida: «Perché sono andato via? Volevo preservare questa bellezza che avevo nel cuore». Ma, benedetto mister, non potevi preservarla rimanendo a Napoli?
Manfredi con un cacciavite in mano
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Ripensare i Quartieri, partendo dalla pedonalizzazione dei vicoli - in toto o in parte - anche sull’onda del pellegrinaggio laico al murale di Maradona. Se ne parla da anni: se ne parla, appunto, così tanto per parlarne. Auto e scooter sono sempre là, a far scempio del paesaggio urbano immaginato da don Pedro de Toledo cinque secoli fa. Ora ci riprova la giunta Manfredi: a giudizio del sindaco l’isola pedonale è preferibile all’istituzione di una zona a traffico limitato. Lo sosteniamo anche noi: nei weekend il santuario di Diego è preso d’assalto da trentamila visitatori e la ztl rischierebbe di creare enormi difficoltà di gestione del transito, tra autorizzati e furbetti. Vedremo se l’ingegner Manfredi, con un cacciavite in mano, compirà il miracolo mai riuscito ai suoi predecessori.