Ucciso in casa della fidanzata, condannata tutta la famiglia. Al padre 14 anni, ira dei familiari

Marco Vannini, attesa a breve la sentenza per la morte del 21enne
Marco Vannini, attesa a breve la sentenza per la morte del 21enne
di Michela Allegri e Alessia Marani
Mercoledì 18 Aprile 2018, 14:58 - Ultimo agg. 29 Gennaio, 14:08
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«Vergogna, lo avete ucciso due volte. Mi hanno ammazzato il figlio che aveva solo 20 anni, non credo più nella giustizia». Lo ha gridato in Aula la madre di Marco Vannini, Marina, alla lettura della sentenza del Tribunale di Roma che ha condannato a 14 anni Antonio Ciontoli e a 3 anni il resto della famiglia, assolvendo invece la fidanzata di Federico Ciontoli, accusata di omissione di soccorso. I giudici hanno anche disposto una provvisionale immediatamente esecutiva da 200mila euro a testa in favore dei genitori della vittima.
 

 


I giudici della prima corte d'assise hanno deciso in merito alla richiesta di cinque condanne avanzate dalla Procura di Civitavecchia per la morte del 21enne, avvenuta il 18 maggio 2015 a Ladispoli in casa della fidanzata. Condanna a 14 anni, quindi, per omicidio volontario, tre condanne a tre anni per omicidio colposo e una assoluzione. La condanna più pesante per il padre della fidanzata, Antonio Ciontoli, tre anni invece per la moglie Maria Pezzillo e per i figli Martina e Federico. Assolta Viola, la fidanzata di Federico Ciontoli.

La procura aveva chiesto la condanna di tutta la famiglia con l'accusa di concorso in omicidio volontario. Nel capo d'imputazione si legge che il 18 maggio 2015 Antonio Ciontoli - il pm aveva sollecitato per lui 21 anni di reclusione - "alla presenza di Ciontoli Martina, fidanzata di Vannini Marco, simulando uno scherzo e ritenendo erroneamente che la pistola semiautomatica Beretta fosse scarica", aveva premuto il grilletto, colpendo il ragazzo. Insieme a tutta la famiglia, "ritardava i soccorsi e forniva al personale paramedico informazioni false e fuorvianti, così cagionando, accettandone il rischio, il decesso" della vittima.

I Ciontoli avevano infatti chiamato il 118 dicendo che il ragazzo aveva auto una crisi di panico e si era sentito male, annullando poi la richiesta di soccorso. Poi, avevano ricontattato i paramedici dicendo che il giovane aveva avuto un infortunio ed era caduto nella vasca da bagno "procurandosi un buchino sul braccio", si legge nel capo di imputazione. La contestazione di omicidio volontario è rimasta solo per Antonio Ciontoli. Per i familiari, i giudici hanno riqualificato l'accusa in omicidio colposo. Grande la delusione della famiglia Vannini e dei tanti amici che per ore hanno atteso la sentenza del giudice. Davanti al tribunale avevano issato gli striscioni e la gigantografia di Marco.

Avevano indossato ognuno la maglietta con la foto del ragazzo e la scritta "Giustizia per Marco". Alla lettura della sentenza sui volti di papà Valerio e mamma Marina si è materializzato tutto il dolore e la fatica di questi tre anni. "La prima cosa che farò - grida Marina - è di consegnare la scheda elettorale. Non mi sento più una cittadina italiana. Spero solo che ora il pm si appelli contro la decisione del giudice". 



 

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