Lunghe corse al parco o camminate a passo veloce. L'auto la utilizzava soltanto per i percorsi più lunghi, del resto aveva avuto il rinnovo della patente. Così trascorrevano le giornate di Paola C. 76 anni. Eppure, la donna per l'Inps era affetta da cecità totale. È finita a processo per truffa: da novembre 2009 a marzo 2014 ha percepito la pensione di invalidità e un'indennità di accompagno. Un raggiro che le ha fatto ottenere 75mila e 679 euro.
LA DIAGNOSI
Per l'Istituto di previdenza, Paola C. era affetta da una patologia degenerativa evolutiva che le aveva causato una cecità totale: la distrofia maculare di Stangard. Una condizione di salute documentata nel 2008 dal Policlinico Tor Vergata in seguito ad una visita oculistica a cui la donna si era sottoposta per via di alcuni casi già presenti all'interno del suo nucleo familiare.
LE VERIFICHE
La segnalazione effettuata dai carabinieri ha convinto l'Ente di previdenza ad eseguire un accertamento sanitario. A marzo del 2014, in seguito ad una visita dell'Asl, le condizioni cliniche della donna non sono state confermate e una commissione dell'ente di previdenza le ha comunicato che non sussistevano i presupposti per continuare a percepire il sussidio. Una decisione alla quale la 76enne si è opposta chiedendo un accertamento tecnico al Tribunale del Lavoro.
L'ACCUSA
La donna, che è stata denunciata dall'Inps, è ora a processo con l'accusa di truffa. Tuttavia, da controlli eseguiti negli ultimi anni è emerso che non sarebbe del tutto priva di minorazioni visive, ma gravemente ipovedente. Una condizione da non ricondurre alla malattia di Stangard, che le era stata erroneamente diagnosticata nel 2008, in seguito ad un controllo del campo visivo attraverso un elettroretinogramma e i test del conta dita e del movimento della mano. Secondo il perito tecnico dell'accusa, intervenuto in aula, gli esiti del controllo potrebbero essere stati condizionati dall'atteggiamento volontariamente assunto dalla donna: «Si tratta di un esito influenzabile poiché si basa su una valutazione soggettiva ha sottolineato il perito oculista che ha lavorato con l'Inps per diversi anni - la malattia di Stangard non consente libertà di movimento in posti che non conosciuti, ma solo in ambienti ristretti e senza ostacoli, dove ci si orienta attraverso le ombre. La signora, invece, è un'ipovedente grave che ha la capacità di potersi muovere perché ha la visione di ombre, linee ed immagini, ma con una perdita di dettagli». Dal 2015, Paola C., percepisce, in seguito alla rivalutazione del quadro clinico, una pensione di invalidità civile dell'80%. L'Inps parte civile nel processo ha chiesto la restituzione dell'intera somma elargita nel corso dei cinque anni, ma la donna ha pagato una sola rata.