Cucchi, il comandante Nistri: «Non guarderemo in faccia a nessuno». Conte: «Chi ha sbagliato pagherà»

Cucchi, il comandante Nistri: «Non guarderemo in faccia a nessuno». Conte: «Chi ha sbagliato pagherà»
Sabato 13 Ottobre 2018, 09:50 - Ultimo agg. 17 Ottobre, 20:13
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«Spiragli di luce che forse si aprono» nel processo Cucchi, con il premier Conte che interviene in maniera intransigente sulla vicenda: «Chi ha sbagliato - dice - dovrà pagare, perché ovviamente indossava la divisa dello Stato e rappresentava lo Stato».

 

 


E, per la prima volta in questa vicenda giudiziaria, è attesa la deposizione in aula di un alto ufficiale dell'Arma: il generale Vittorio Tomasone, che ricopriva la carica di comandante provinciale dei carabinieri di Roma all'epoca dei fatti, «sarà ascoltato in aula entro gennaio» in merito «all'inchiesta amministrativa interna eseguita sulle cause del decesso del giovane». 

Nuovi sviluppi che rafforzano le voci di chi chiede verità. Dopo le dichiarazioni del vice brigadiere Francesco Tedesco, che accusa del pestaggio gli altri due colleghi coimputati con lui per omicidio preterienzionale, in prima linea a invocare piena luce sulla vicenda c'è anche il comandante generale dell'Arma dei carabinieri, Giovanni Nistri. Sul fronte processuale, un'altra delle mosse dei legali della famiglia Cucchi, sarà quella di fare luce sull'inchiesta interna che fu avviata dopo la morte del giovane e alla quale, secondo quanto riferito nelle testimonianze rese in udienza da alcuni dei carabinieri, era presente anche lo stesso Tomasone. Ma di quella riunione - spiegano i legali - mancherebbe qualsiasi atto o verbale. 

Gli inquirenti puntano anche a capire a che punto della scala gerarchica arrivarono le richieste di modifica delle annotazioni, come nel caso dei due diversi documenti redatti dall'appuntato scelto Francesco Di Sano, all'epoca in servizio alla stazione di Tor Sapienza. Ma a chiedere «che siano accertate tutte le cause e le dinamiche di quanto successe quella sera» sono anche gli stessi vertici dell'Arma. Primo fra tutti, il comandante generale dell'Arma dei carabinieri, Giovanni Nistri. 

«Forse si è aperto uno spiraglio di luce - ha detto Nistri intervistato a Radio Capital - mi sembra che sia la prima volta che un militare di quelli presenti quella sera ha riferito la sua verità, che ora dovrà passare al vaglio dell'autorità giudiziaria, ma noi siamo al fianco dell'autorità giudiziaria, perché è ora che siano accertate tutte le cause e le dinamiche di quanto successe quella sera». Nistri, il quale ha anche specificato che «l'Arma si scusa sempre quando alcuni dei suoi componenti sbagliano e viene accertato che vengono meno al proprio dovere», si è detto disponibile ad incontrare di nuovo Ilaria Cucchi. Sulla vicenda è intervenuto nuovamente il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, sottolineando che «chiunque venga arrestato deve essere processato rispettando la legge e non con altre maniere».

L'inchiesta interna dei carabinieri sul caso Cucchi va avanti dopo che tre carabinieri sono stati indagati per la morte del giovane detenuto morto nella notte tra il 15 e il 16 ottobre 2009.
«Quei carabinieri sono stati sospesi e nel momento in cui saranno accertate le responsabilità, l'Arma prenderà le decisioni che le competono», fino alla «destituzione: non guarderemo in faccia a nessuno», ha detto ancora Nistri. Il generale sottolinea però che parlare di «violenza di Stato è una sintesi giornalistica, ma non si tratta di una violenza dello Stato ma di alcuni appartenenti dello Stato: lo Stato non può essere chiamato come responsabile della irresponsabilità di qualcuno». ​

Il generale Nistri ha espresso «solidarietà e vicinanza umana» alla famiglia. «Ho già avuto modo di vedere Ilaria Cucchi e il suo avvocato in un'altra occasione - ha aggiunto, rispondendo alla domanda se incontrerà la sorella di Stefano - e non ho alcun motivo per non incontrarla di nuovo, qualora ritenga opportuno un nuovo incontro».


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«Chi ha sbagliato dovrà pagare, perché ovviamente indossava la divisa dello Stato e rappresentava lo Stato, quindi la cosa è ancora più grave». Così il premier Giuseppe Conte rispondendo a una domanda sul caso Cucchi.
 


«Dobbiamo accertare le responsabilità individuali - aggiunge - non possiamo scaricare le responsabilità sull'intero corpo dei carabinieri e delle forze dell'ordine in generale, che tutti i giorni si impegnano per tutelare le nostre vite, la nostra incolumità, la nostra sicurezza».

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