Caso Raggi, M5S congela il rimpasto nella giunta: Meloni resta fino al voto

Caso Raggi, M5S congela il rimpasto nella giunta: Meloni resta fino al voto
di Simone Canettieri e Lorenzo De Cicco
Giovedì 4 Gennaio 2018, 08:43
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«Adriano deve restare, almeno fino alle elezioni. Non possiamo permetterci altri scossoni in giunta in questo momento». L'ordine arriva dai piani alti del Movimento Cinquestelle e la linea è condivisa da Virginia Raggi. Niente rimpasto, almeno nei prossimi due mesi. Nonostante i mal di pancia dell'interessato e dei consiglieri grillini, Adriano Meloni dovrebbe continuare a occupare la poltrona di assessore al Commercio almeno fino al d-day del 4 marzo. Anche se in maniera carsica è già iniziato lo scouting per il successore: «Arriverà da fuori Roma». Il boccone da ingoiare è amaro, ma sia la sindaca che i vertici del M5S condividono l'idea che sia meglio evitare l'ennesimo giro di valzer in giunta, che verrebbe subito enfatizzato dalla gran cassa delle opposizioni, in chiave elettorale.

AL PROCESSO
Meloni resta, quindi. Per ora. E a questo punto potrebbe essere ancora a Palazzo Senatorio quando la sindaca arriverà al giudizio per l'accusa di falso, dopo la richiesta del rito immediato presentata ieri a piazzale Clodio tramite gli avvocati. L'ex mister Expedia.it, vicinissimo a Casaleggio jr, è una figura chiave per le grane giudiziarie di Raggi; secondo la memoria difensiva della sindaca sarebbe stato lui a chiedere di nominare Renato Marra, il fratello di Raffaele, al vertice del dipartimento Turismo, promozione che ha portato al contestato aumento da 20mila euro all'anno. Una versione confermata pubblicamente dallo stesso responsabile del Commercio, in diverse occasioni.

MODELLO COLOMBAN
La sindaca, quindi, non vuole strappi. Si andrà avanti per 60 giorni, una pax forzata che conviene a tutti. L'uscita di scena, trapela da Palazzo Senatorio, dovrebbe ricalcare quella di Massimo Colomban, che ha lasciato sua sponte la delega delle Partecipate a settembre senza polemiche, anzi con tanto di conferenza stampa e stretta di mano con Raggi a favore di telecamere e taccuini. Anche per Meloni, si augurano nel M5S, dovrebbe andare così, mettendosi alle spalle il grande gelo di fine anno, per le dichiarazioni con cui l'assessore ha ipotizzato una spartizione tra i Cinquestelle e la famiglia Tredicine, poi rimangiata con scuse pubbliche (via Facebook).

Va capito se Meloni sarà l'unico ad abbandonare il governo capitolino. Nella pattuglia dei consiglieri grillini un gruppo sempre più folto ha messo nel mirino l'assessore ai Trasporti, Linda Meleo. Anche il presidente della Commissione Mobilità, Enrico Stefano, poche settimane fa è sbottato pubblicamente, durante una seduta dell'organismo: «In un anno e mezzo non abbiamo ancora avuto l'onore di avere l'assessore durante un'audizione, così non siamo in grado di conoscere gli indirizzi politici». Uno sfogo che non è passato inosservato, anche perché Meleo e Stefano, fino a poco fa, sembravano una coppia politica rodata, con tanto di selfie e video-messaggi pubblicati insieme sui social.

L'EX PROVINCIA
Per Raggi c'è un'altra poltrona da assegnare su cui si concentrano gli appetiti dei consiglieri grillini. Da quando Fabio Fucci, il sindaco di Pomezia, ha deciso di ricandidarsi senza il simbolo M5S (mettendosi fuori dal Movimento), ha perso le deleghe di vicesindaco della Città metropolitana.

Il gruppo dei Cinquestelle nel parlamentino dell'ex Provincia include diversi big locali che potrebbero ambire al titolo: dal capogruppo Paolo Ferrara a Maria Teresa Zotta, presidente della Commissione Scuola del Campidoglio, a Maria Agnese Catini, a capo delle Politiche sociali. Senza contare che diversi grillini sognerebbero per il posto di vicesindaco (metrropolitano) quel Marcello De Vito che oggi presiede l'Aula Giulio Cesare. Domani si riunisce il gruppo a Palazzo Valentini per la decisione.
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