Vaticano, guerra dei nervi sulla battaglia dei cardinali per la comunione ai divorziati risposati

Città del Vaticano - La guerra dei nervi. Esiste una parola che in Vaticano ha ormai il potere di evocare persino il fantasma dello scisma, di raccogliere il malcontento sotto traccia, così come la silenziosa resistenza di una corrente di pensiero contraria alle aperture pastorali di Papa Francesco sui divorziati risposati. Sentire pronunciare la parola latina “dubia” significa fare riferimento a quell'indecifrabile movimento capeggiato dai 4 cardinali che, a settembre, ha richiesto a Bergoglio spiegazioni dottrinali sull'ottavo capitolo della Amoris Laetitia, il documento di Papa Francesco più controverso, frutto di ben due sinodi sulla famiglia. Più che una presa di distanza, le domande che i quattro cardinali (Burke, Brandmueller, Caffarra e Meisner) hanno rivolto al Papa sembrano voler mettere in difficoltà l'attuale pontificato, andando ben al di là della comunione ai divorziati risposati, concentrandosi piuttosto sulle fondamenta delle norme morali tradizionali. Insomma una partita ben più ampia. Se da un punto di vista sacramentale il matrimonio è considerato valido, sostengono i cardinali dei “dubia”, resta indissolubile nonostante una separazione o un divorzio civile; perciò il coniuge che si sposi di nuovo dovrebbe essere considerato oggettivamente in condizione di adulterio, qualsiasi siano le circostanze. Naturalmente ci potranno essere condizioni attenuanti o aggravanti, ma il male, affermano i cardinali dei “dubia” - resta male, insomma, una norma oggettiva assoluta.

In assenza di risposte ai diretti interessati da parte di Francesco, la guerra dei nervi ha come protagonista il cardinale Mueller, il teologo tedesco che guida la Dottrina della Fede e che alla rivista cattolica Il Timone, interviene per spezzare  una lancia a favore della causa dei “dubia”. Ci può essere contraddizione tra dottrina e coscienza personale? “No, è impossibile. Ad esempio, non si può dire che ci sono circostanze per cui un adulterio non costituisce un peccato mortale. Per la dottrina cattolica è impossibile la coesistenza tra il peccato mortale e la grazia giustificante. Per superare questa assurda contraddizione, Cristo ha istituito per i fedeli il Sacramento della penitenza e riconciliazione con Dio e con la Chiesa”.

Mueller poi parla della Amoris Laetitia e del dibattito che ne è nato.“Non mi piace, non è corretto che tanti vescovi stiano interpretando Amoris Laetitia secondo il loro proprio modo di intendere l’insegnamento del papa. Questo non va nella linea della dottrina cattolica”. Quanto ai documenti sulla famiglia che furono licenziati da Wojtyla, Mueller ripete che sono ancora validi. La Familiaris Consortio, per esempio, prevede che le coppie di divorziati risposati civilmente che non possono separarsi alla Rota, per poter accedere ai sacramenti e fare la comunione, devono rispettare una vita casta, insomma niente rapporti sessuali. “Per noi il matrimonio è l’espressione della partecipazione dell’unità tra Cristo sposo e la Chiesa sua sposa. Questa non è, come alcuni hanno detto durante il Sinodo, una semplice vaga analogia. No! Questa è la sostanza del sacramento, e nessun potere in cielo e in terra, né un angelo, né il papa, né un concilio, né una legge dei vescovi, ha la facoltà di modificarlo”.