Appello di Papa Francesco alla pace, ma nessuna condanna esplicita ai bombardamenti Usa

Appello di Papa Francesco alla pace, ma nessuna condanna esplicita ai bombardamenti Usa
di Franca Giansoldati
Domenica 15 Aprile 2018, 12:37 - Ultimo agg. 16 Aprile, 07:57
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Città del Vaticano – Nessuna condanna papale ai bombardamenti franco-anglo-americani in Siria. Papa Francesco dopo la preghiera del Regina Coeli ha confessato ai fedeli che riempivano piazza San Pietro di essere «profondamente turbato dall’attuale situazione mondiale, in cui, nonostante gli strumenti a disposizione della comunità internazionale, si fatica a concordare un’azione comune in favore della pace in Siria e in altre regioni del mondo». Parole che di fatto confermano l'impotenza manifesta dell'Onu.

L'appello che rivolge ai cattolici è di continuare a pregare. Un invito che allarga «alle persone di buona volontà a continuare a fare altrettanto, mi appello nuovamente a tutti i responsabili politici, perché prevalgano la giustizia e la pace». Ha implorato giustizia e pace, ma dell'attacco missilistico non ha fatto alcuna menzione esplicita e diretta. Ieri la crisi siriana è oerò stata al centro di una lunga telefonata con il capo delle chiese ortodosse Kirill che ha preso l'iniziativa per chiamare sia Francesco che i principali arcivescovi del Medio Oriente: «I cristiani non possono restare distanti da ciò che sta accadendo in Siria. Lì è sorto il cristianesimo e non possiamo stare in silenzio» ha riferito il patriarca di Mosca ai giornalisti. Tra i leader spirituali contattati, anche il patriarca ecumenico Bartolomeo, Teodoro di Alessandria, Giovanni di Antiochia e Teofilo di Gerusalemme.

La scorsa settimana mentre venivano denunciati dagli Stati Uniti gli attacchi chimici, Papa Francesco stigmatizzava pubblicamente l'uso di armi non convenzionali, ricordando i loro tragici effetti. «Non c'è una guerra buona e una guerra cattiva e niente può giustificare l'uso di armi chimiche». Ieri l’Osservatore Romano mitigava un po' la lettura dei giorni scorsi definendo gli attacchi chimici «presunti. Ne frattempo arrivavano in Vaticano le voci preoccupate di tanti vescovi siriani e libanesi. Uno in particolare, Antoine Audo di Aleppo, che accostava i bombardamenti americani in Siria a quelli in Iraq. «Spero che emerga la verità non come hanno fatto con l'Iraq dove hanno distrutto il Paese dicendo che c'erano le armi chimiche. Così come hanno fatto con l'Iraq ora lo stanno facendo ora con la Siria. Ma la gente lo ha capito, non è stupida».

La situazione in Siria è seguita con costante attenzione da Papa Francesco che non manca, in ogni occasione, di sottolineare le immani sofferenze inflitte in questi sette anni ai bambini, alle donne, agli anziani. Nel 2013, a pochi mesi dalla sua elezione, promosse in piazza san Pietro una grande giornata di preghiera e di digiuno proprio per scongiurare i bombardamenti che l'allora presidente Obama ipotizzava. In quell'occasione Bergoglio fu protagonista di una grande azione di moral suasion che impedì effettivamente l'uso delle armi americane, facendo sue le parole di condanna che il predecessore polacco pronunciò alla vigilia della guerra in Iraq. «C’è un giudizio di Dio – gridò con forza Francesco – e anche un giudizio della storia sulle nostre azioni a cui non si può sfuggire». 




















 

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