Sepe faccia a faccia con Bergoglio
avviata la successione a Napoli

Sepe faccia a faccia con Bergoglio avviata la successione a Napoli
di Franca Giansoldati
Venerdì 26 Gennaio 2018, 10:55 - Ultimo agg. 13:46
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Città del Vaticano. Sono passate da poco le 10. Nel Palazzo Apostolico Francesco aspetta che il cardinale Crescenzio Sepe venga introdotto nella biblioteca dai Gentiluomini di Sua Santità. I passi si avvicinano e poi rompono il silenzio. Francesco è pensieroso. Prima dell'arcivescovo di Napoli ha dato udienza a Faustin Tuaderà, il presidente del Centrafrica, terra ciclicamente squassata da violenze e da brutte notizie, ultima delle quali la decisione dei magistrati francesi di non procedere contro un gruppo di Caschi Blu accusati di abusi sui bambini africani. Cibo in cambio di prestazioni sessuali. Non appena Sepe entra Francesco gli sfodera un bel sorriso e lo fa accomodare sulla sedia accanto alla scrivania, dove è sistemato anche il suo scranno, mentre l'arcivescovo si china a baciargli l'anello. «Che piacere vederla, come sta?».

La richiesta di udienza era arrivata in Vaticano qualche tempo prima e il Papa la ha subito fatta inserire nel programma di una lunga giornata. Da quando, tre anni fa, ha visitato Napoli, le vicende del capoluogo campano le segue con particolare attenzione. È rimasto tanto colpito dalla autenticità della gente incontrata quel giorno e da allora il rapporto con la comunità non si è mai allentato. A dicembre ha mandato aiuti ai terremotati di Ischia, due giorni fa ha abbracciato i bambini ammalati della Terra dei Fuochi. L'udienza a Sepe slegata a particolari eventi in programma ha fatto decollare diverse ipotesi, compreso quella del suo imminente pensionamento, visto che il cardinale di Napoli il 2 giugno raggiungerà l'età della pensione con il compimento del 75esimo anno.

È possibile che il Papa lo lasci al suo posto ancora per un po', come spesso accade, in attesa di individuare un candidato idoneo, con determinate caratteristiche. L'attenzione alla periferia, agli ultimi, lo sguardo attento ai giovani, il rigore sui soldi. Recentemente a Napoli era circolata la voce che il candidato più accreditato a sostituire Sepe, arcivescovo dal 2006, fosse l'attuale segretario della Cei, Nunzio Galantino che però, interpellato dai giornalisti, ieri mattina ci ha scherzato sopra: «Per una questione anagrafica è impossibile». E giù a ridere alludendo che il 16 agosto farà 70 anni e che, di conseguenza, Bergoglio ha in mente un vescovo più giovane. Lo scambio tra Francesco e Sepe è avvenuto a tu per tu, le ragioni non si conoscono ma gli argomenti di certo non mancavano.

Non ultimo il guaio a cui sta andando incontro la diocesi di Napoli per la causa civile di risarcimento iniziata dalla vittima di un parroco che fino al 2014 ha insegnato religione in una scuola. Ancora una volta a dare grattacapi al Papa è una storia di abusi. Lunedì scorso c'è stata la prima udienza al Tribunale di Napoli. Contro la diocesi c'è Diego Morelli, un uomo affetto da diverse patologie che, secondo le perizie medico legali, risalirebbero alle violenze subite. La prima udienza è servita al giudice per valutare la procedibilità: la prossima è per il 18 ottobre. Il materiale raccolto, tra perizie e documentazioni mediche, è corposo. La richiesta di risarcimento ammonta a 1.200.000 euro. Il caso è in corso e l'esito non è scontato ma l'avvocato che difende la vittima, Carlo Grezio, appare determinato, forte dell'esistenza di casi precedenti. In Italia il caso pilota è stato aperto dal Tribunale di Bolzano nel 2015.

 

Si trattava di una donna abusata a 8 anni da un parroco (che ha sempre negato i fatti ma che, invece, emergevano dai sogni e dalle cure psicologiche a cui si era sottoposta la giovane). Il prete fu assolto penalmente in primo grado, condannato in appello ma con successiva prescrizione del reato sancita dalla Cassazione che però confermò i risarcimenti in sede civile previsti dalla sentenza di secondo grado, pari a 760 mila euro. A seguito della impossibilità del prete a fare fronte al pagamento, attraverso un secondo passaggio in sede civile, ci ha dovuto pensare la curia.
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