Il Vaticano si mobilita per ritrovare il Caravaggio rubato dalla mafia a Palermo 50 anni fa

Il Vaticano si mobilita per ritrovare il Caravaggio rubato dalla mafia a Palermo 50 anni fa
di Franca Giansoldati
Venerdì 12 Ottobre 2018, 18:08 - Ultimo agg. 18:56
3 Minuti di Lettura
CITTA' DEL VATICANO – A 50 anni dal furto del grande quadro del Caravaggio che raffigura la Natività tra i santi Francesco e Lorenzo, il Vaticano ha deciso di mobilitarsi e far partire una campagna internazionale per la ricerca di quell’opera inestimabile rubata per opera della mafia e mai più ritrovata. All’epoca l’oratorio palermitano nel quale la pala d’altare era conservata non aveva tutte le misure di sicurezza che ci possono essere ora, come circuiti di telecamere  o vetri blindati. Venne trafugata la notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969. Secondo gli esperti il suo valore di mercato si aggirerebbe oggi intorno ai 30 milioni di euro, ed è inserita nella lista dei dieci capolavori più ricercati dalle polizie di tutto il mondo.

In questa natività caravaggesca ogni personaggio è colto in un atteggiamento spontaneo. San Giuseppe volge le spalle ed è avvolto in un manto verde mentre dialoga con un personaggio che si trova dietro la figura di san Francesco. La figura a sinistra è quella di San Lorenzo.  La Madonna è una popolana comune dallo sguardo triste, come se presagisse il destino di suo figlio adagiato in una greppia. Sulla scena sovrasta per potenza e luce un angelo.

Il furto, commissionato dalla mafia siciliana, fu scoperto da una custode. La sparizione del capolavoro colpì Leonardo Sciascia, fornendogli lo spunto per il suo ultimo racconto, Una storia semplice. La tela da allora non è più stata trovata anche se a più riprese è stata menzionata da diversi collaboratori di giustizia. Vincenzo la Piana, per esempio, indicò un luogo dove sarebbe stata sepolta. Ma nel luogo non fu trovato nulla.  Francesco Marino Mannoia disse a Falcone di essere stato uno degli autori materiali del furto ma poi si appurò che non si trattava di quella tela ma di un’altra, collocata in una chiesa vicina all’oratorio di san Lorenzo. Nel 1996 Giovanni Brusca riferì che il dipinto sarebbe invece stato riconsegnato in cambio di una revisione al 41 bis ma lo Stato italiano rifiutò l’offerta, mentre Salvatore Cancemi è convinto che durante le riunioni della cupola la tela fu esposta diverse volte quale simbolo di potere e prestigio.

Nuove informazioni arrivarono nel  2009 dal pentito di mafia Gaspare Spatuzza che disse che la tela era stata affidata alla famiglia Pullarà (capimafia del mandamento di Santa Maria del Gesù) ma che fu collocata in una stalla, senza protezione, e rosicchiata da topi e maiali. Infine il mafioso Gaetano Grado asserisce che la tela sarebbe stata nascosta, ma all'estero visto che Badalamenti l'avrebbe trasferita in Svizzera in cambio di una forte somma di franchi ad un antiquario svizzero, aggiungendo che il quadro venne scomposto per essere venduto sul mercato clandestino.
 
Lunedì mattina al Palazzo della Cancelleria  il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale presenta le novità raccolte il 21 febbraio dalla Commissione parlamentare antimafia nella relazione sul furto della "Natività" di Caravaggio, avvenuto nell’Oratorio di San Lorenzo, a Palermo, nel 1969.  L'incontro si svolge a un mese dalla visita di Papa Francesco a Palermo per onorare il Beato Giuseppe Puglisi e nell'anniversario del furto.
 
All'incontro interverranno l'Arcivescovo Silvano Tomasi, la già presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, lo storico dell’arte Claudio Strinati, il filosofo Vittorio Alberti, il Generale di brigata Fabrizio Parrulli, comandante del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dell'Arma dei Carabinieri
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA