Al Sinodo già le prime crepe, il vescovo Chaput contro l'uso di «LGBT» nei documenti della Chiesa

Al Sinodo già le prime crepe, il vescovo Chaput contro l'uso di «LGBT» nei documenti della Chiesa
di Franca Giansoldati
Giovedì 4 Ottobre 2018, 19:45 - Ultimo agg. 19:55
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Città del Vaticano - Le prime crepe nel Sinodo sui Giovani cominciano a fare capolino. Il tema della sessualità, affrontato oggi durante il dibattito da diversi padri sinodali, ha trascinato con sè una polemica legata al tema Lgbt. Il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario del Sinodo, aveva anticipato che l'assise avrebbe affrontato qualsiasi argomento senza tabù, proprio come chiedono le nuove generazioni. L'arcivescovo di Philadelphia, Charles Chaput, annoverato tra i vescovi americani uno dei più rigorosi in fatto di morale, ha criticato l'uso dell'acronimo Lgbt - che sta per lesbiche, gay, bisex e transgender - all'interno di documenti pontifici, come era stato fatto in uno studio pre sinodale. «La sigla Lgbt o linguaggi simili non dovrebbero essere utilizzati nella Chiesa» ha tagliato corto, polemizzando a distanza con Baldisseri, il quale, a sua volta, alcuni giorni fa aveva bacchettato l'arcivescovo Chaput per le lamentele ai lavori sinodali.

Chaput ha messo le cose subito in chiaro: «Non esiste un ’cattolico Lgbt o un cattolico transgendero un cattolico eterosessual». L'intervento dell'arcivescovo è stato riportato integralmente dal Catholic Herald. «Come se le nostre tendenze sessuali definissero chi siamo; come se queste designazioni descrivessero comunità  distinte di diversa ma uguale integrità  all’interno della vera comunità  ecclesiale, il corpo di Gesù Cristo. Questo non è mai stato vero nella vita della Chiesa, e non è vero ora. Ne consegue che Lgbt e linguaggi simili non dovrebbero essere usati nei documenti della Chiesa, perchè il suo uso suggerisce che questi sono gruppi reali e autonomi, e la
Chiesa semplicemente non classifica le persone in questo modo».

Nell'Instrumentum Laboris del Sinodo in programma a ottobre,veniva riportata la terminologia giovani Lgbt. Sull'argomento era intervenuto anche il gesuita americano, padre James Martin ad agosto, all'Incontro mondiale organizzato in Irlanda dal Vaticano dedicato alle famiglie. Martin chiedeva un mea culpa generale della Chiesa per come vengono trattati i lgbt.
 
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