Il Papa contro le ingiustizie sociali: «Ricchi anestetizzati, non si accorgono più dei poveri»

Il Papa contro le ingiustizie sociali: «Ricchi anestetizzati, non si accorgono più dei poveri»
di Franca Giansoldati
Domenica 13 Novembre 2016, 10:36 - Ultimo agg. 20:48
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Città del Vaticano - Esclusione, emarginazione, disprezzo per i poveri, i disoccupati o chi ha perso tutto per i rovesci improvvisi della vita. Fantasmi sociali. Papa Bergoglio guarda la moltitudine crescente di chi ha sempre di meno ed è ignorato da chi ha sempre di più. Nella basilica di San Pietro, tuona il suo sdegno per tanta ingiustizia: «È un sintomo di sclerosi spirituale quando l’interesse si concentra sulle cose da produrre, invece che sulle persone da amare. Così nasce la tragica contraddizione dei nostri tempi: quanto più aumentano il progresso e le possibilità, il che è un bene, tanto più vi sono coloro che non possono accedervi. È una grande ingiustizia che deve preoccuparci, molto più di sapere quando e come sarà la fine del mondo. Perché non si può stare tranquilli in casa mentre Lazzaro giace alla porta; non c’è pace in casa di chi sta bene, quando manca giustizia nella casa di tutti».

In Vaticano si celebra l'ultima domenica giubilare prima della chiusura dell'Anno Santo. Francesco ha dedicato questa giornata ai barboni, ai senzatetto, ai migranti, a chi ha perso il lavoro e non sa come arrivare alla fine del mese, ai malati che non possono nemmeno permettersi le cure mediche. «Proprio oggi, quando si parla di esclusione, vengono subito in mente persone concrete; non cose inutili, ma persone preziose. La persona umana, posta da Dio al culmine del creato, viene spesso scartata, perché si preferiscono le cose che passano. E questo è inaccettabile, perché l’uomo è il bene più prezioso agli occhi di Dio».

Ai primi posti in basilica ci sono i protagonisti di questa celebrazione. Ci sono tanti senzatetto arrivati a Roma da tutta Europa grazie al contributo di decine di organizzazioni umanitarie che li hanno ospitati e accolti in questi giorni. L'omelia del Papa si concentra sul brano evangelico di Gesù che si trova a Gerusalemme, per l’ultima e più importante pagina della sua vita terrena: la sua morte e risurrezione. È nei pressi del tempio, «ornato di belle pietre e di doni votivi». Volti segnati e mani giunte. «E' grave che ci si abitui a questo scarto; bisogna preoccuparsi, quando la coscienza si anestetizza e non fa più caso al fratello che ci soffre accanto o ai problemi seri del mondo, che diventano solo ritornelli già sentiti nelle scalette dei telegiornali».

Bergoglio non si ferma e continua il suo j'accuse a chi ha tanto e non lo condivide con chi non ha nulla. Poi ai pellegrini che vivono condizioni di solitudine e povertà chiede di aiutare quei cristiani anestetizzati. «La vostra presenza ci aiuta a sintonizzarci sulla lunghezza d’onda di Dio, a guardare quello che guarda Lui: sui tanti poveri Lazzaro di oggi. Quanto ci fa male fingere di non accorgerci di Lazzaro che viene escluso e scartato! E’ voltare la faccia a Dio».

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