Città del Vaticano – «Oggi, all'inizio di un nuovo governo, preghiamo per l'unità e la pace dell'Italia». E' l'augurio che Papa Francesco ha formulato a Giorgia Meloni subito dopo la preghiera dell'Angelus domenicale, affacciandosi dalla finestra del palazzo apostolico. “Unità e pace”. Su queste due parole ha calcato in modo particolare perchè sembrano fare riferimento alla situazione del Paese che si osserva al di là del Tevere, complessa e preoccupante nel suo insieme. Quel che preoccupa maggiormente la Chiesa sono i segnali che arrivano e che parlano di una inquietudine crescente proveniente dalle periferie e dalle province colpite dalla crisi. La risposta della premier Giorgia Meloni è arrivato attraverso Twitter: «Ringrazio Sua Santità #PapaFrancesco per il pensiero che ha voluto rivolgere all'Italia in questa giornata così importante per il Governo che ho l'onore di presiedere».
La scorsa settimana la Caritas ha fotografato molto bene il fenomeno dell'impoverimento che si passa di generazione in generazione poiché è saltato l'ascensore sociale ed è aumentato ulteriormente il divario tra ricchi e poveri.
All'Angelus il Papa ha poi bacchettato tutti quei preti narcisisti e autocentrati, partendo dalla parabola del fariseo e del pubblicano. «Pensando a loro, guardiamo a noi stessi: verifichiamo se in noi, come nel fariseo, c'e' l'intima presunzione di essere giusti che ci porta a disprezzare gli altri. Succede, ad esempio, quando cerchiamo i complimenti e facciamo sempre l'elenco dei nostri meriti e delle l'elenco nostre buone opere, quando ci preoccupiamo dell'apparire anziche' dell'essere, quando ci lasciamo intrappolare dal narcisismo e dall'esibizionismo. Vigiliamo, fratelli e sorelle, sul narcisismo e sull'esibizionismo, fondati sulla vanagloria, che portano anche noi cristiani, noi preti, noi vescovi ad avere sempre una parola sulle labbra: 'io', 'io', 'io', 'io ho fatto questo, io ho scritto quest'altro, io l'avevo detto, io l'avevo capito prima di voi', e cosi' via. Dove c'e' troppo io, c'e' poco Dio».