Papa Francesco sfida i teologi dubbiosi: «Chi è più potente, Dio o il peccato?»

Papa Francesco sfida i teologi dubbiosi: «Chi è più potente, Dio o il peccato?»
di Franca Giansoldati
Mercoledì 14 Dicembre 2016, 12:52 - Ultimo agg. 13:16
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CITTA' DEL VATICANO Papa Bergoglio durante l'udienza generale, parlando a braccio, sfida apertamente i teologi e per un attimo è sembrato voler rispondere (indirettamente) ai quattro cardinali dubbiosi. “Farò una domanda – ha detto rivolgendosi alla folla dei fedeli - Chi è più grande Dio o il peccato? 'Dio', ah non siete convinti, non sento bene; chi
vince alla fine, Dio o il peccato? ’Dio’”.

“Bene – ha continuato - Ma allora se Dio è capace di
vincere anche il peccato più grosso, più vergognoso, il più
terribile dei peccati (questa domanda non è
facile, e se c’è qui un teologo o una teologa per rispondere)
dunque, con che arma vince il peccato Dio? ’Con l’amore’, bravi, tanti teologi, bravi, e questo, - ha aggiunto riprendendo poi a leggere il
testo scritto - vuol dire che ’Dio regna’; sono queste le parole
della fede in un Signore la cui potenza si china sull’umanità
Dio si china, si abbassa, per offrire misericordia e liberare
l’uomo da ciò che sfigura in lui, l’immagine bella di Dio,
perché quando siamo in peccato l’immagine di Dio è sfigurata".

Papa Francesco durante la catechesi del mercoledì stava affrontando il tema del potere della misericordia. Un tema più volte richiamato per la costruzione della Chiesa da campo, vicina alla gente e al dolore di tanti fedeli che si sentono emarginati. Parole che sono sembrate rispondere ai dubbi teologici sollevati recentemente (tra mille polemiche) dai quattro cardinali dubbiosi (Brandmueller, Caffarra, Burke, Meissner) sulla possibilità di perdonare i divorziati risposati e dare loro il permesso di accostarsi alla comunione. Secondo questi porporati (che riflettono la posizione di un nutrito gruppo di teologi e vescovi) il matrimonio resta un sacramento di per sé indissolubile e, di conseguenza, secondo la dottrina tradizionale, i divorziati risposati non possono accostarsi alla comunione se non in presenza di un comportamento casto, senza cioè avere rapporti sessuali.
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