Il Papa domenica va a Carpi, smorzata una polemica accesa da un prete ribelle

Il Papa domenica va a Carpi, smorzata una polemica accesa da un prete ribelle
di Franca Giansoldati
Venerdì 31 Marzo 2017, 12:36 - Ultimo agg. 22 Settembre, 12:56
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CITTA' DEL VATICANO Alla vigilia del viaggio di Papa Francesco del 2 aprile nell'Emilia del post-terremoto , la diocesi di Carpi ha dovuto soffocare sul nascere una brutta polemica contro i gesuiti diffusa via web da un sito. Per non creare imbarazzi al Papa, dal palazzo arcivescovile è arrivata una presa di distanza da quello che stava circolando sui social: «Qui da noi non c'è nessun prete che abbia mai accusato di eresia il Generale dei Gesuiti, padre Sosa». Il riferimento era ad una lettera inviata in Vaticano da un prete un po' problematico, nato a Carpi ma incardinato nella diocesi di Lanciano, con un curriculum lungo così di giudizi negativi da parte dei superiori. «Quel sacerdote non ha nemmeno il permesso di celebrare a Carpi la messa in pubblico, è stato allontanato».

Polemiche a parte, la macchina organizzativa nell'Emilia operosa marcia a tutto ritmo. Sono circa 60 mila le persone attese per la messa sui luoghi del sisma. Sono già stati fatti passi speciali per i 3.600 disabili e per i malati, ai quali è stato riservato un'area facilitata. Francesco è atteso domenica 2 aprile. Visiterà la cittadina e benedirà le pietre di tre edifici di culto danneggiati. Ad accogliere Francesco sarà monsignor Cavina che gli mostrerà come ha funzionato in questi anni il modello emiliano post-sisma.

Il vescovo aveva raccontato al Messaggero, in una intervista, che quando c'erano le macerie ancora fumanti, con una devastazione estesa e il 90 per cento delle fabbriche ferme o danneggiate pesantemente, era stato siglato una specie di patto tra imprenditori, politica e chiesa, per stabilire assieme una rigorosa gerarchia agli interventi previsti: prima si sono ricostruite le fabbriche e le aziende, poi i luoghi pubblici, poi le abitazioni private e, infine, parrocchie, oratori, chiese. A questo è seguita la totale trasparenza sulla gestione per gli appalti dei fondi pubblici stanziati. Il risultato è che non si sono persi posti di lavoro e le famiglie sono rimaste sul territorio. 

La scorsa settimana c'è stata anche l'inaugurazione della cattedrale. Nel 2010 era completamente inagibile. E' stata riaperta grazie a 4 milioni di euro, finanziati dalla Chiesa, dalle istituzioni pubbliche e, in parte, da privati. Un modello di velocità di ripresa dovuto anche al battagliero vescovo, Cavina, che ha premuto su istituzioni pubbliche e private, insistendo sulla collaborazione e sulla trasparenza. Nonostante i disagi e i problemi, Carpi si è subito gemellata con la diocesi di Rieti e di Spoleto, all'indomani del terremoto nell'alto Lazio offrendo aiuti logistici, finanziamenti, appoggi.

 
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