Il Papa vuole archiviare la Bossi-Fini e appoggia la campagna della nuova legge migratoria

Il Papa vuole archiviare la Bossi-Fini e appoggia la campagna della nuova legge migratoria
di Franca Giansoldati
Mercoledì 21 Giugno 2017, 11:23 - Ultimo agg. 22 Giugno, 19:02
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Papa Francesco scende in campo a favore della campagna della nuova legge migratoria - «Ero straniero, l'umanità che fa bene» - che ha l'obiettivo di archiviare la Bossi-Fini. Era stata lanciata ufficialmente alla Camera il 12 aprile scorso da Emma Bonino e da altre organizzazioni che, assieme ai Radicali italiani, si battono per puntare sull'inclusività e sul lavoro. Tra le varie organizzazioni anche la Caritas e Migrantes. Stamattina Papa Bergoglio ne ha parlato durante l'udienza generale, in una piazza san Pietro rovente. «Desidero esprimere sincero apprezzamento per la 
campagna per la nuova legge migratoria "Ero straniero, l’umanità 
che fa bene", la quale gode del sostengo ufficiale di Caritas 
italiana, Migrantes e oltre organizzazioni cattoliche». Nei giorni scorsi il Papa aveva incontrato simbolicamente un gruppo di rifugiati ospitati nelle 38 tra parrocchie e istituti religiosi presenti a Roma.

La legge che un gruppo di associazioni piuttosto variegato (dai Radicali all'Arci, dalla Caritas alle Acli) prevede, 
in sintesi, l’introduzione di canali diversificati di ingresso per lavoro, forme di regolarizzazione su base individuale degli 
stranieri già radicati nel territorio, misure per l’inclusione 
sociale e lavorativa di richiedenti asilo e rifugiati, l’effettiva partecipazione alla vita democratica col voto 
amministrativo e l’abolizione del reato di clandestinità.

A maggio è partita in tutta Italia la raccolta firme, anche con il supporto di un’ampia rete di sindaci – al momento sono un centinaio – che hanno aderito alla campagna. Secondo i sostenitori gli immigrati in Italia rappresentano l’8,2% della popolazione e sono decisivi per compensare la flessione degli italiani. Su 500 milioni di europei dell’Unione, solo il 6,9% è costituito da immigrati: l’Italia con una quota dell’8,2% è allineata a Germania (9,3%), Regno Unito (8,4%) e Francia (6,6%). Gli immigrati sono meno istruiti e a loro sono riservate quasi esclusivamente le mansioni meno qualificate e meno retribuite rifiutate dagli italiani, ma il loro contributo alla crescita della ricchezza nazionale è ritenuto considerevole (quasi 8 punti di PIL, 100 miliardi l’anno).

I Radicali fanno notare che per mantenere sostanzialmente inalterata la popolazione italiana dei 15-64enni nel prossimo decennio, dal momento che gli italiani diminuiranno dal 2015 al 2025 di 1,8 milioni di unità, è necessario un aumento degli immigrati di circa 1,6 milioni di persone, con un flusso d’ingressi di 157 mila in media ogni anno. È questo il fabbisogno indispensabile per garantire l’attuale capacità produttiva del Paese e per rendere sostenibile il sistema previdenziale.

 
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