Attentato di Nizza, il papa incontra i parenti
delle vittime: «All'odio non si risponde con l'odio»

Attentato di Nizza, il papa incontra i parenti delle vittime: «All'odio non si risponde con l'odio»
di Franca Giansoldati
Sabato 24 Settembre 2016, 13:34 - Ultimo agg. 18:52
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Città del Vaticano  - Papa Francesco ha incontrato, consolato, abbracciato i familiari delle vittime dell'attentato di Nizza. "Prego per tutte le persone rimaste ferite, in certi casi atrocemente mutilate, nella carne o nello spirito, e non dimentico coloro che per questo non sono potuti venire o sono ancora in ospedale". Aggiungendo a braccio che «agli assalti del demonio bisogna rispondere con l'amore».

«All'odio non si può rispondere con l'odio». La Sala Nervi stamattina ha accolto trecento persone arrivate con due charter da Nizza. 58 famiglie direttamente colpite. Il colpo d'occhio nell'aula era impressionante. Donne velate, accanto a signore in tailleur, una famiglia ebrea con i ragazzi che indossavano la kippah, mamme di colore, coppie di anziani. Una visione multietnica e multireligiosa a riprova che il terrorismo islamico colpisce chiunque, al di là del censo o dell'appartenenza religiosa. Il Papa ha paragonato l'Isis all'opera del demonio. In sala c'era anche un coro che ha intonato l'Agnus Dei. All'indomani dell'attentato rivendicato dall'Isis, Bergoglio aveva telefonato alle autorità francesi chiedendo di potere ricevere le famiglie colpite o scampate all'attentato sulla Promenade des Anglais. Aveva telefonato a diverse persone, tra cui Paolo Celi che a Nizza presiede l'associazione Italia-Francia. «La Chiesa - ha assicurato Papa Francesco - vi resta vicina e vi accompagna con immensa compassione». Il pensiero è andato poi ad accarezzare gli orfani, i bambini restati senza un papà o una mamma.

Il discorso del Papa è stato introdotto dal vescovo di Nizza e dal sindaco.
Entrambi si sono detti impegnati più che mai a costruire una società aperta, piena d'amore e non di odio.
«La Chiesa con la sua presenza accanto a voi in questi momenti cosi’ pesanti da affrontare, chiede al Signore - ha invocato il Papa - di venirvi in aiuto e di mettere nei vostri cuori sentimenti di pace e di fraternità».Fuori dall'Aula Nervi, mentre i gruppi si ricomponevano per raggiungere l'aeroporto, tanti avevano le lacrime agli occhi. Commozione e gratitudine per una udienza fuori dal protocollo, dove Bergoglio ha parlato con ogni persona presente. "Siamo ancora tutti traumatizzati per quello che abbiamo vissuto quella sera. Difficile discriverlo, ci vorrà tanto tempo per superarlo" ha spiegato Celi. Una signora che quella sera ha portato i primi soccorsi, commenta che "l'odio non serve a nulla. Tutto il mondo soffre per il terrorismo. Sulla Promenade, quella sera, tutti abbiamo sofferto. Bisogna andare avanti e seminare germogli d'amore. Il Papa è un  uomo di pace e insiste sull'unica strada possibile da percorrere. E ha ragione". 
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