Migranti e Ong, la Cei: si rispetti la legge, mai pretesti agli scafisti

Migranti e Ong, la Cei: si rispetti la legge, mai pretesti agli scafisti
Giovedì 10 Agosto 2017, 12:01 - Ultimo agg. 15:57
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«Ribadisco, di fronte alla 'piaga aberrante' della tratta di esseri umani», «il più netto rifiuto a ogni 'forma di schiavitù moderna'. Ma rivendico con altrettanto vigore la necessità di un'etica della responsabilità e del rispetto della legge. Proprio per difendere l'interesse del più debole, non possiamo correre il rischio - neanche per una pura idealità che si trasforma drammaticamente in ingenuità - di fornire il pretesto, anche se falso, di collaborare con i trafficanti di carne umana». Così il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente Cei.

Presiedendo nella Cattedrale di Perugia il pontificale di San Lorenzo, il cardinale arcivescovo Bassetti ha citato come «motivo di angoscia per me pastore della Chiesa, ma anche cittadino consapevole della necessità della ricerca del bene comune per il suo Paese», la situazione che riguarda «i migranti e i rifugiati». «Alcuni dei quali - ha ricordato nell'omelia - sono ospitati nelle strutture ricettive della nostra diocesi».

«Alcuni mesi fa, presentando qui a Perugia una mostra dal titolo 'I Migranti. La sfida dell'incontro' - ha proseguito - ho detto che questa sfida 'va affrontata con una profonda consapevolezza, grande coraggio e immensa carità'. Consapevolezza, coraggio e carità che però 'non bisogna mai disgiungere dalla dimensione della responsabilità. Responsabilità verso chi soffre e chi fugge; responsabilità verso chi accoglie e porge la mano'».

«Ribadisco ancora oggi, di fronte alla 'piaga aberrante' della tratta di esseri umani, come l'ha definita Papa Francesco, il più netto rifiuto ad ogni 'forma di schiavitù moderna'. Ma rivendico, con altrettanto vigore, la necessità di un'etica della responsabilità e del rispetto della legge», ha quindi aggiunto il presidente della Cei, con indiretto ma chiaro riferimento alla questione riguardante le Ong.

«Proprio per difendere l'interesse del più debole, non possiamo correre il rischio - neanche per una pura idealità che si trasforma drammaticamente in ingenuità - di fornire il pretesto, anche se falso, di collaborare con i trafficanti di carne umana», ha sottolineato. «Dobbiamo promuovere, come ci insegna il Papa quotidianamente, la cultura dell'accoglienza e dell'incontro che si contrappone a quella dell'indifferenza e dello scarto. Ma dobbiamo farlo con grande senso di responsabilità verso tutti», ha concluso il porporato. 

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